Sono giorni delicati, ma forse si potrebbe parlare di ore, per “l’accordo tripartito sui rinnovi contrattuali e sugli interventi a sostegno dell’economia e dell’occupazione” che da settimane vede impegnati il Governo, i sindacati e le associazioni di categoria. Oggi è previsto un nuovo incontro e la bozza del documento è stata praticamente accettata da tutte le parti in causa. Unici nodi ancora da sciogliere: gli aumenti salariali per i contratti da rinnovare (Industria e Artigianato, Pubblica Amministrazione, AASP e Istituti di credito) e la flessibilità degli orari di lavoro richiesta in particolare dall’ANIS. San Marino Fixing oggi in distribuzione analizza il testo del documento in via di definizione. Ecco un’ampia sintesi del servizio dedicato al lavoro del tavolo tripartito.
In linea generale l’obiettivo dell’“Accordo tripartito sui rinnovi contrattuali e sugli interventi a sostegno dell’economia e dell’occupazione” è quello di aiutare il Paese ad affrontare la crisi, fornendo alle imprese qualche strumento in più per stare dietro alla futura competizione, e nel contempo risolvere il nodo dei rinnovi contrattuali, trovando un accordo sulla parte economica per gli anni 2009-2010 dei contratti scaduti. (…) Negli intenti questo grande accordo complessivo dovrebbe assicurare la messa in campo di concrete politiche sociali e soluzioni per rafforzare l’economia, con misure immediate di contrasto alla crisi, un impegno a medio termine e un impegno a ragionare su prospettive più lunghe. Almeno a parole – in attesa della firma e poi, soprattutto, della messa in pratica – l’intento ispiratore è quello di fornire maggiore competitività alle imprese per tutelare i posti di lavoro, come richiesto dalle associazioni di categoria, e arrivare a rinverdire l’attrattività del sistema. Al Governo in particolare ed anche al sindacato, è stata fatta da parte delle associazioni di categoria una proiezione precisa dell’andamento dell’economia e delle conseguenze sulle casse pubbliche per i prossimi anni. Realtà che, almeno a parole, è condivisa.
A BREVE TERMINE. L’ANIS – è cosa nota – aveva chiesto un reazione forte, proponendo misure ben precise per poter accorciare il tempo della crisi e per poter avviare una nuova fase di sviluppo del sistema delle imprese. Per quanto riguarda l’allungamento dei periodi di prova fino a 6 mesi e del tempo determinato fino a un massimo di 18 mesi. Anche in questo caso si è giunti ad una via di mezzo, con il periodo di prova esteso a seconda delle categorie e con l’allungamento del tempo subordinato che resta legato all’approvazione della legge che andrà a rivedere l’indennità di occupazione. Nella sostanza, a voler essere spietati, queste misure sono state ridotte a davvero poca cosa in un’ottica di sviluppo, a fronte di un aumento dei costi. Tra gli altri interventi previsti in favore delle imprese c’è l’attuazione di investimenti strategici per il credito agevolato, lo stanziamento di risorse finanziarie per assicurare la copertura della CIG (che però è a favore delle imprese quanto dei lavoratori), l’istituzione di un Fondo di garanzia per facilitare l’accesso al credito (rivolto in particolare alle PMI). A tutela delle famiglie – oltre ai già citati aumenti contrattuali che vanno a salvaguardare ampiamente il potere d’acquisto delle famiglie – è previsto il blocco delle tariffe per tutto il 2009 (con un eventuale aumento per il 2010 comunque in linea con il costo della vita) e il blocco delle rette degli asili nido pubblici.
A MEDIO TERMINE. Con la firma dell’accordo tripartito le parti si impegnano, entro il 30 novembre 2009, ad affrontare tutta una serie di temi, relativi sempre al sostegno alle famiglie (asili nido, ammortizzatori sociali, tariffe, ecc.) e ad una maggiore competitività del sistema. In particolare si vuole verificare l’efficacia della legge numero 131 del 2005 con cui troppo spesso le imprese si trovano a fare i conti, completare la riforma della PA, sostenere la piccola e media impresa, incentivare l’insediamento di nuove attività produttive in territorio, eccetera. Sulla carta è un lungo elenco, piuttosto dettagliato e ben chiaro. Sta alle parti in causa riuscire a trasformarlo in materia viva, e questo richiede un forte impegno e la volontà di andare oltre alle dinamiche che hanno contraddistinto gli ultimi due rinnovi contrattuali, con una logica di contrapposizione che non ha certo giovato al Paese.
A LUNGO TERMINE. Nell’ultima parte del documento tripartito si enumerano alcuni argomenti di fondamentale importanza per il futuro del Paese, ma che vanno affrontati dopo aver “smaltito” i problemi urgenti. In linea generale sono individuati obiettivi che le parti genericamente si impegnano ad affrontare insieme. Si tratta di riforme da tempo indicate come importanti, tra cui quella del sistema fiscale e il completamento di quella del sistema pensionistico, e di progetti di ampio respiro per lo sviluppo del Paese e in particolare di determinati settori. In questo caso si va dal Piano per il rilancio del turismo e del commercio fino ad arrivare al “piano di comunicazione strategica” invocato più e più volte dagli industriali. Tutto questo, ora, attende gli ultimi ritocchi e naturalmente le firme in calce al documento. Cosa tutt’altro che scontata, sino all’ultimo.
