Il leader del Carroccio: «No a chi ha fallito, il prefetto è l’uomo migliore». Gasparri: «L’ex governatore non adatto». Intanto Grillo critica i primi provvedimenti post sisma.
Non è passata nemmeno una settimana dal sisma che ha colpito il Centro Italia che già la pax politica tra i partiti si infrange.
A dividere è la scelta del premier Matteo Renzi di affidare a Vasco Errani, ex governatore dell’Emilia Romagna, il ruolo di Commissario straordinario per la ricostruzione. Errani, esponente di punta della minoranza dem, è l’uomo che gestì la ricostruzione dopo il terremoto del 2012 nella sua regione.
LA LEGA VUOLE TRONCA. In particolare la Lega, che si è detta pronta a collaborare con governo e maggioranza per affrontare insieme l’emergenza, esprime netta il suo no a Errani. Alla vigilia del Consiglio dei ministri di questa mattina, il leader del Carroccio Matteo Salvini ha proposto come commissario straordinario il prefetto Francesco Paolo Tronca.
«Con spirito costruttivo e con massimo rispetto per il dolore di centinaia di famiglie che hanno perso i propri cari», ha spiegato Salvini, «siamo pronti a sostenere Tronca nel ruolo di commissario per la ricostruzione. Il prefetto ha già dimostrato di essere in grado di gestire con successo situazioni difficili e delicate in numerose città tra cui Milano e Roma. Siamo certi che sarebbe in grado di svolgere un ottimo lavoro anche nelle zone del Centro Italia colpite dal terremoto».
SALVINI: «ERRANI HA FALLITO». Poi Salvini si è lasciato andare a un affondo: «Chi ha già fallito, se ci son di mezzo centinaia di morti e città da ricostruire, meglio che faccia altro. La politica stia lontana dai disastri e dai terremoti. Abbiamo già visto troppe speculazioni, troppe ruberie, troppi errori e quindi penso che una personalità al di fuori della politica come Tronca – che ha fatto il prefetto a Milano, il commissario a Roma, è esperto di situazioni come questa ed è lontano dai partiti – possa essere la soluzione migliore».
«Nominare un uomo del Pd che ha già fallito in Emilia per ricostruire quello che non ha ricostruito a casa sua mi sembra una follia».
GASPARRI: «NON È UN CONGRESSO PD». Alle polemiche si è aggiunto anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: «Il terremoto non è una sessione del congresso del Pd. È veramente sconcertante che Renzi pensi di affidare a Errani l’incarico di commissario per affrontare questa emergenza. Lo fa soltanto per impegnare un suo potenziale contestatore interno», ha spiegato. Poi Gasparri ha rincarato la dose: «Tra l’altro sceglie una persona che ha dimostrato inefficienza nella gestione del terremoto in Emilia Romagna quando era presidente della Regione. Meglio, come propongono altri, scegliere un prefetto o un tecnico di provata esperienza».
DI MAIO: «NO A ERRANI». «Mi lascia sgomento un presidente del Consiglio che poche ore fa ha guardato negli occhi i sopravvissuti dell’ennesimo terremoto e adesso pensa di sfruttare la tragedia per ricucire il Pd affidando l’incarico di Commissario per la ricostruzione a Errani», ha tuonato via Facebook Luigi Di Maio, membro del direttorio M5s, lunedì 29 agosto accusando il premier di gestire «un’emergenza con le logiche del congresso di partito». L’esponente dei 5 Stelle teme insomma che la nomina serva a riallacciare i rapporti con la minoranza del partito in vista del referendum sulle riforme costituzionali.
Lapidario, Di Maio ha concluso il suo post scrivendo: «Vasco Errani non può essere il commissario al terremoto del Centro Italia. Ora serve un profilo al di fuori del sistema dei partiti».
GRILLO CRITICA I ‘PANNICELLI CALDI’. Intanto Beppe Grillo, dal suo blog, critica i primi interventi a favore delle popolazioni terremotate: per il capo del Movimenti agevolazioni fiscali e sospensione dei mutui sono «pannicelli caldi». Rispetto ai fondi messi in campo nel 1976 all’epoca del sisma nel Friuli, «oggi si stanziano miseri 50 milioni per una minestra e una tenda, e per il resto si fa capire che è meglio che ci pensiamo da soli, dato che lo Stato non esiste più», ha spiegato in un post.
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