
Ribelle, anticonformista e allergica alle regole. Chi, almeno una volta, non ha sognato di avere, come lei, un cavallo a pois neri e una scimmietta per amici? O di vivere in una nave di pirati? Insomma, in due parole, Pippi Calzelunghe. Con le lunghe trecce e le calze rigorosamente spaiate, la bambina che ha stregato generazioni di piccoli, tra la favola di Astrid Lindgren e la serie tv anni ’70, arriva a teatro versione musical, da un’idea tanto amata da Gigi Proietti. A portarla in scena, dal 22 dicembre all’8 gennaio al Teatro Olimpico di Roma, sono Carlotta, Susanna e Sagitta Proietti, figlie e moglie del mattatore scomparso nel 2020, che da produttrici con la Politeama hanno ripreso un progetto “di famiglia” già andato in scena 13 anni fa.
“Da allora papà ripeteva ‘dobbiamo rifare Pippi’”, racconta Carlotta che firma anche la traduzione del testo dallo svedese insieme a Sagitta, mentre Susanna cura scene e costumi. “Papà era innamorato di questo personaggio così indipendente e autonomo. Pippi, con il suo mondo, invita tutti a essere se’ stessi e a non omologarsi. E poi – sorride – banalmente, era pazzo del cavallo che entra in scena e sono sicura che anche in questa versione lascerà i bambini a bocca aperta”. La “nuova” Pippi oggi ha il volto e le lentiggini di Margherita Reggiani, 19 anni appena compiuti, ultimo anno del Liceo Scientifico da finire e già un ricco curriculum che conta anche il musical Mary Poppins. “Sono cresciuta anche io guardando la serie, ridendo di Kling e Klang e con le calze spaiate come Pippi – dice – Ho un video in cui a tre anni già canto tutte le canzoni”. A firmare la regia al tempo era Fabrizio Angelini (il gatto Romeo del “Cats” di Massimo Romeo Piparo in questi giorni al Sistina), oggi con la collaborazione di Gianfranco Vergoni. “Stavo facendo Di nuovo buonasera con Gigi – racconta – Mi parlava di questo progetto. ‘Ma io non ho tempo’ ripeteva. E così mi ritrovai in Svezia in macchina con sua moglie e sua figlia per andar a vedere lo spettacolo originale. Gigi ci mise tanto del suo e ne uscì uno spettacolo per bambini che piace tanto anche ai grandi”. “La cosa più difficile? Rendere certi passaggi in italiano – racconta Sagitta – Ci rendemmo conto che nella traduzione Pippi a volte sembrava quasi antipatica. E papà invece – aggiunge Carlotta – ci teneva che fosse tutto molto chiaro”. Quella di Pippi Calzelunghe, riflette Vergoni, “è un po’ la storia del bambino bullizzato che è in tutti noi. È la sua rivincita, perché finalmente può rivendicare il diritto di esistere e di essere come è. Pippi è una piccola rivoluzione ed è parte di tutti noi. Ci ricorda come era giocare. Perché quando si diventa adulti, spesso, si perde la capacità di mettersi a quattro zampe sul tappeto a divertirsi con il bambino o con il gatto. Rispetto a Gian Burrasca? Lui soffre per le imposizioni della sua famiglia. Invece quella di Pippi è assolutamente a suo favore.
Come dire, per lui famiglia vuol dire comprimersi, per Pippi è libertà”. E i bambini, dai tempi del libro a oggi, “grazie anche ai video su Youtube, continuano a rivedersi in lei, perché sanno cosa vuol dire fare casino o cadere sulla torta. L’autrice ha creato la Giovanna d’Arco dei piccoli”. Un’eroina, si, aggiunge Carlotta Proietti, ma “molto più ingenua e spontanea di altri personaggi di oggi, come i protagonisti di Stranger Things o Enola Holmes”. Ora “l’intenzione – conclude – è di portare Pippi Calzelunghe Il musical in una lunga tournée il prossimo anno”.
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