
Cosa fa, concretamente, San Marino per la transizione energetica del Titano? A parole tanto… In concreto la “linea biancazzurra”, se guardassimo in maniera asettica ai provvedimenti concreti, molto meno che la vicina Italia… Almeno sul fronte della mobilità (auto) elettrica.
Se oggi come oggi gli incentivi sammarinesi per l’acquisto di una auto elettrica nuova si discostano ben poco da quelli italiani, dal prossimo mese di aprile la nuova incentivazione italiana va a più che raddoppiare l’incentivo di cui possono beneficiare coloro che immatricoleranno l’autovettura nuova sul Titano. Infatti, il “governo Meloni” di centrodesta ha totalmente ridisegnato il provvedimento ereditato dall’esecutivo precedente che prevedeva un contributo statale a fondo perduto di 3.000 euro, più altri duemila per l’eventuale rottamazione di un veicolo da euro zero a euro quattro.
Con l’emissione dei decreti attuativi, previsti per il prossimo mese, un cittadino italiano con un Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente, ovvero una sorta di indice di reddito familiare) inferiore a 30.000 euro, riceverà un bonus che può arrivare addirittura a 13.750 euro. Una enormità se si considera che l’auto elettrica più economica oggi sul mercato (Dacia Spring con batteria da 33 Kw) ha un prezzo di listino di 21.450 euro, Iva compresa, per la sua versione base.
Ciò significa che dal prossimo mese, in Italia, anche chi vive una situazione economica non florida, potrà permettersi una vettura elettrica nuova di “pacca” sborsando (continuiamo a prendere in esame la Dacia Spring) appena 7.700 euro.
Ma quanto costerebbe, oggi, a San Marino la stessa autovettura ad un sammarinese residente? Attualmente il “bonus” sammarinese prevede soltanto l’esenzione della Monofase (la tassa di importazione) che permette un risparmio del 17% sul prezzo applicato all’acquirente che, sul Titano -dove non vige il regime Iva- si attesta in 17.582 euro più 2.989 euro di monofase.
Dunque, se in Italia chi acquisterà dal prossimo mese una Dacia Spring sborserà un minimo di 7.700, sul Titano, a un residente, costerà quasi 10.000 euro in più, ovvero 17.582 euro. Ancora più efficace di quello italiano è il piano francese che arriva addirittura a prevedere, per le fasce più deboli e disagiate, un “leasing sociale” (una sorta di affitto con possibilità finale di riscatto) che costa all’automobilista soltanto un centinaio di euro mensili.
Inoltre, il nuovo “schema” italiano si preannuncia quanto mai efficace anche per favorire la rottamazione delle vetture antecedenti le “euro 5”, ovvero le più inquinanti, anche in caso di acquisto di una vettura a benzina o addirittura diesel, purchè con emissioni inquinanti non superiori a 135 g/km, soglia in cui rientrano tutte le full o mild-hibrid più popolari e “piccole” e non poche utilitarie o “medie” a benzina o diesel.
La Repubblica, quindi, su questa delicata materia, sta perdendo il passo con gli stati vicini. Ma vediamo -nella speranza che chi di dovere recepisca e adegui i bonus sammarinesi a quelli degli stati vicini, come sono strutturati i nuovi incentivi italiani.
Innanzitutto, come anticipato, è previsto il bonus anche per le vetture termiche nuove poco inquinanti e per le vetture usate che siano almeno “Euro 6”, ovvero che abbiano emissioni contenute entro 160 g/km. Chi acquisterà un’auto usata “Euro 6” con un prezzo Iva esclusa non superiore a 25.000€, riceverà un bonus rottamazione di 2.000€ se l’auto radiata sarà una “Euro 4” o precedente.
Più cospicuo il contributo a fondo perduto per chi, invece, acquisterà un’auto anche termica, ma con emissioni non superiori a 135 g/km. Infatti, demolendo una “euro 4” il bonus rottamazione sarà di 1.500€, che si alzano a 2.000 radiando una “Euro 3” e arrivano a 3.000€ per la demolizione di una “Euro 0, 1 o 2”.
Incentivi di 4.000 euro senza obbligo di rottamazione per le ibride plug-in (dotate di motore termico ed elettrico e batteria capace di garantire diverse decine di chilometri in trazione puramente elettrica, inoltre ricaricabile alla colonnina) ai quali si aggiunge un bonus rottamazione progressivo che, in caso di rottamazione di una auto inferiore ad “euro 3” e Isee inferiore a 30.000€ (il caso più incentivato) porta il bonus totale fino a 10.000 euro.
Il massimo sforzo, comunque, con uno stanziamento di 240 milioni di euro, il “governo Meloni” lo fa sulla diffusione delle Bev, le auto elettriche, dove l’incentivo base, ovvero senza rottamazione e senza Isee entro il limite previsto, è di ben 6.000€, che diventano 7.500 per chi ha un Isee inferiore a 30.000€.
Ma vediamo nel dettaglio, in forma schematica, i benefici che otterrà dal prossimo mese di aprile chi acquisterà una Bev nuova nel Belpaese:
– 6.000 euro (senza rottamazione)
– 7.500 (senza rottamazione e con ISEE inferiore a 30.000 euro)
– 8.000 euro (con rottamazione di veicoli Euro 5)
– 9.000 euro (con rottamazione di veicoli Euro 4)
– 10.000 euro (con rottamazione di veicoli Euro 3)
– 11.000 euro (con rottamazione di veicoli Euro 0-1-2)
– 11.250 euro (con rottamazione di veicoli Euro 4 e Isee sotto 30.000 euro)
– 12.500 euro (con rottamazione di veicoli Euro 3 e Isee sotto 30.000 euro)
– 13.750 euro (con rottamazione di veicoli Euro 0-1-2 e Isee sotto 30.000 euro).
Bonus che, si ricordi, oltre a beneficio delle “persone fisiche” va a beneficio anche di quelle “giuridiche”, cioè aziende e società. Infine, per beneficiare del bonus il costo massimo della vettura è fissato in 35.000 euro + Iva (42.700 Iva inclusa).
Dunque, come dimostra l’esempio fatto sopra sulla Dacia Spring (vettura non indicata per viaggi “lunghi” e autostradali, ma capace di soddisfare ogni esigenza negli spostamenti quotidiani e presto acquistabile in Italia con appena 7.700 euro), il nuovo “schema” di incentivazione italiana alla mobilità sostenibile, al contrario di quello attuale sammarinese, permette anche a chi vive una situazione economica non florida di dare il proprio contributo alla transizione energetica. E, non si dimentichi, di ridurre e non poco i costi di gestione visto che un’auto elettrica, oltre ad un risparmio importante sui tagliandi, viaggiare con una elettrica avendo la possibilità di caricarla a casa ha un costo che non supera i 3,5 euro euro ogni 100 km in inverno e i 2,5€ in condizioni di temperatura ottimale per le batterie.
Il Titano, dove un po’ tutti i partiti si riempiono la “bocca” sulla sensibilità ambientale e l’attenzione verso le fasce più disagiate o in difficoltà, saprà varare a breve un provvedimento che possa finalmente rivelarsi efficace nella diffusione della mobilità elettrica anche verso chi non può permettersi, oggi, di spendere 20mila euro per l’auto nuova?
In tempi brevi, non credo… Ma, intanto, si potrebbe iniziare con il togliere una inconcepibile “penalizzazione” che grava tutt’ora su chi ricarica ogni notte la sua vettura elettrica a casa: ovvero il calcolo della tariffa di smaltimento dei rifiuti quantificata proporzionalmente ai kw/h consumati (leggi qui e qui)…
Enrico Lazzari
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