Travolse una bagnante con la ruspa in spiaggia a Cervia: confermate le motivazioni della custodia cautelare

Sabato scorso, per certi versi a sorpresa, come rivelato ieri (leggi qui), è scattato l’arresto per Lerry Gnoli, l’operaio 54enne di Montaletto di Cervia che lo scorso 24 maggio, a bordo di una ruspa sulla spiaggia di Pinarella, ha travolto e ucciso la 66enne Elisa Spadavechia, turista vicentina in vacanza sulla Riviera romagnola. Il provvedimento è stato eseguito in esecuzione di un’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari Janos Barlotti, su richiesta del pubblico ministero Lucrezia Ciriello, titolare dell’inchiesta.

Secondo quanto riportato negli atti giudiziari, la misura cautelare in carcere si fonda su due elementi chiave: il rischio di inquinamento delle prove e quello di reiterazione del reato. Due aspetti che, a detta dell’accusa, rendono necessaria la detenzione preventiva dell’indagato.

Le indagini si allargano: sospetti su droga e norme ignorate

La tragedia avvenuta intorno alle 10.30 del mattino di sabato 24 maggio non è più solo inquadrata come un caso di omicidio colposo. Le indagini portate avanti dai Carabinieri della Compagnia di Cervia-Milano Marittima e dalla Guardia Costiera di Cervia hanno infatti evidenziato nuovi elementi. Tra questi, un presunto mancato rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro e l’assunzione di sostanze stupefacenti da parte dell’operatore della ruspa.

Gnoli, stando a quanto già emerso, sarebbe risultato positivo alla cocaina. Le analisi del sangue effettuate successivamente al fatto hanno rivelato valori che ora sono oggetto di approfondimenti tossicologici: l’obiettivo è chiarire se e in quale misura lo stupefacente possa essere stato assunto nelle ore precedenti all’incidente.

Un’inchiesta che cambia passo

L’evoluzione dell’indagine, con l’arresto del 54enne e il rafforzamento delle ipotesi accusatorie, segna un punto di svolta nella vicenda giudiziaria. Alla ricostruzione del tragico investimento mortale si aggiungono ora profili più ampi, che toccano la gestione della sicurezza nei cantieri balneari e la responsabilità personale di chi, come Gnoli, opera in contesti potenzialmente pericolosi per l’incolumità pubblica.

Le autorità giudiziarie procedono quindi con determinazione, mentre gli accertamenti tecnici proseguono per definire il quadro completo delle responsabilità.