Tribuna: ”Un Paese fatto per i furbi e vietato agli onesti”, DUGHERA HA LA RESIDENZA

Scontro in Commissione Affari esteri ieri pomeriggio sulla concessione della residenza a Gian Filippo Dughera, amministratore delegato della C.S.A. Spa, una delle due compagnie di assicurazione presenti in territorio, che nel febbraio 2010 passò agli onori delle cronache per la durissima lettera inviata alle redazioni dei giornali in cui definì San Marino “Un Paese fatto per i furbi e vietato agli onesti”. La polemica era iniziata perchè la Csa era direttamente legata a Reggia a cui venne affidato l’incarico di presidente di Banca Centrale e cioè l’ente che avrebbe dovuto vigilare sull’azione della compagnia di assicurazione, e nel suo staff di controllo era stata inserita la figlia del politico che aveva concesso le autorizzazioni ad operare. Dughera reagì duramente alle polemiche rispondendo punto su punto alle critiche di Sinistra Unita e dei Democratici di Centro dando spiegazioni su chi gli stava costruendo lo stabile, sui soci schermati da una società finanziaria, sui motivi della scelta dei collaboratori e dei professionisti. “Il vero problema per San Marino – scrisse Dughera – sono norme anacronistiche che hanno consentito abomini giuridici come l’art 28 dello statuto di Banca Centrale. Credo si tratti dell’unico caso al mondo di licenza di uccidere”. La reazione di un imprenditore forense, beneficiato di una delle licenze più appetibili (ce ne sono solo due a San Marino), che reagì in modo così netto alle critiche mosse al governo, lasciò tutti fortemente perplessi. Il ricordo di questi fatti è stato riproposto durante i lavori della Commissione Affari Esteri chiamata a concedergli la residenza. “Ho un ricordo amaro di quel fatto – ha detto Francesca Michelotti – e per questo il mio voto sarà contrario”. Ma ad aggiungersi al fatto specifico di quanto disse Dughera delle istituzioni sammarinesi, in Commissione è stato sollevata anche un’altra questione quella per cui se si accettano simili richieste che non provengono da imprenditori ancora fortemente radicati, avendo la Csa al momento solo quattro dipendenti e di questi solo uno sammarinese, significa che allora tutti coloro che operano a San Marino si sentiranno autorizzati a richiedere la residenza. Se fino a pochi mesi fa la concessione delle residenze era un fatto che riguardava pochissimi casi giudicati strategici, con la nuova legge si sono aperte le porte agli imprenditori. Aperte però vanno bene se c’è un controllo e una selezione oggettiva. Ma la Commissione con nove voti a favore (la maggioranza e 6 contrari, l’opposizione) ha concesso comunque la residenza. Se questo nuovo fatto si mette in relazione alla scelta del Consiglio dei XII di garantire l’intestazione dei beni a tutti i residenti anche a chi lo è da soli pochi giorni, significa che un’epoca è finita e ne è iniziata un’altra. In attesa di capire cosa ne pensano gli organismi della vicina Italia di una politica delle residenze legate all’economia, dato che, come effetto più immediato, sottrae contribuenti al controllo dell’Agenzia delle Entrate, c’è da chiedersi se sia nel lungo periodo una politica lungimirante. Almeno negli ultimi quattrocento anni sull’argomento si è usata molta prudenza che oggi invece viene del tutto abbandonata.

Giuseppe Maria Morganti – R.E. Redazione Economica.