Trony verso la chiusura, lavoratori a rischio in tutta Italia

I dipendenti stanno percependo solo un quinto dello stipendio e l’azienda è alla disperata ricerca di un acquirente.

Cattiva gestione, scelte sbagliate e la concorrenza spietata dell’ecommerce. Sembrano essere questi i motivi alla base della crisi profonda che ha colpito la catena di negozi d’elettronica Trony.

I negozi perdono clienti giorno dopo giorno. E i (pochi) prodotti presenti nei punti vendita restano invenduti, nonostante le promozioni. Da dicembre poi, i lavoratori stanno percependo soltanto un quinto dello stipendio.

Una situazione limite che si protrae ormai da mesi. Nonostante questo, i dipendenti Trony stanno continuando ad andare a lavoro. Sono diversi però, i fronti di protesta: il disagio più forte si avverte in Lombardia, dove si trovano ben nove punti vendita Trony con oltre 140 dipendenti. Ma sono circa 800, in totale, i dipendenti con stipendio al 20%, impiegati negli oltre 40 punti vendita sparsi in tutta Italia.

Gli incontri avvenuti fino ad oggi al Ministero del Lavoro e le trattative delle scorse settimane si sono chiuse tutte con un nulla di fatto. “La vera preoccupazione riguarda le prospettive future”, ha spiegato il segretario nazionale di Fisascat Cisl Mirco Ceotto,

Questo a causa della drammatica situazione finanziaria in cui si trova la catena controllata dal Gruppo DPS. Dal 24 gennaio scorso infatti, l’amministratore Antonio Piccino ha messo l’azienda in concordato bianco.

E da quel giorno si cerca, senza fortuna, un nuovo acquirente. “Circa un mese fa si era parlato di un possibile acquirente per almeno 15 dei punti vendita di Trony , il che avrebbe permesso di puntare al risanamento dell’intero gruppo – rivela Ceotto – ma, ad oggi, non è ancora arrivata nessuna proposta concreta”.

Per le prossime settimane intanto, sono attesi nuovi incontri presso il Mise. Ma, a questo punto, l’ipotesi più probabile sembra quella del fallimento.

Wired.it