Tunisia, niente ok al rimpatrio: 45 clandestini restano in Sicilia

Non arriva il via libera al rimpatrio. E gli irregolari devono rimanere in Italia. Giovedì Salvini andrà in Tunisia: “Controllare meglio le coste”

La Tunisia blocca il rimpatrio di 45 immigrati clandestini.

Non essendo, infatti, arrivata l’autorizzazione i tunisini, che erano già pronti a salire a bordo di un aereo per tornare in Africa, sono rimasti in Sicilia. “Stiamo lavorando per cambiare”, ha assicurato ieri sera Matteo Salvini che giovedì prossimo volerà in Tunisia per incontrare il presidente della Repubblica, Beji Caid Essebsi, e il ministro dell’Interno, Hichem Fourati. “Voglio capire dalle autorità di quel Paese come possiamo fare per aiutarli a crescere e a dare lavoro e a controllare meglio le loro coste”.

Per ore i 45 immigrati tuisini sono rimasti all’aeroporto di Palermo dopo essere giunti dal centro di accoglienza di Milo, a Trapani, per essere imbarcati. Ma il via libera dal governo di Tunisi non è mai arrivato. Così quaranta clandestini sono stati ricondotti nella struttura trapanese, mentre ad altri cinque è stato notificato il foglio di via con cui il Viminale gli intima di lasciare l’Italia entro una settimana. Non è ancora chiaro il motivo per cui Tunisi non ha dato il via libera al rimpatrio. Negli scorsi giorni una quarantina di irregolari sbarcati a Lampedusa e portati a Trapani erano stati, invece, rimpatriati. Ad ogni modo Salvini è già al lavoro per cercare di velocizzare il più possibile i rimpatri dei clandestini. Per questo giovedì prossimo andrà in Tunisia. “Quest’anno sono sbarcati in Italia via mare più di quattromila tunisini – ha spiegato il ministro leghista intervistato da Nicola Porro nella seconda puntata di Quarta Repubblica – voglio capire dalle autorità di quel Paese come possiamo fare per aiutarli a crescere e a dare lavoro e a controllare meglio le loro coste.

Ieri, durante la conferenza stampa di presentazione del decreto Migranti, Salvini ha annunciato che entro l’autunno andrà anche in Nigeria. “Negli ultimi due anni e mezzo sono arrivati quasi 60mila nigeriani e purtroppo in parecchie città controllano il mercato della droga e il mercato della prostituzione – ha spiegato il leader del Carroccio – anche lì vorrei capire dai ministri nigeriani cosa posso fare per aiutarli”.

Credit: Il Giornale.it