U.S.L. : CSU persiste in atteggiamenti arroganti ed antidemocratici

L’Unione Sammarinese dei Lavoratori è costretta a leggere per l’ennesima volta le menzogne di CDLS e CSdL, che a mezzo stampa non perdono occasione per insultare e tentare, invano , di delegittimare l’USL ed il suo operato, con l’unico effetto di rimarcare il proprio atteggiamento antidemocratico e l’ignoranza rispetto alla legge vigente.
Nell’ultimo comunicato, pubblicato il 30 Settembre scorso, si mette addirittura in discussione la legittimità stessa dell’Unione Sammarinese dei Lavoratori di firmare accordi, nello specifico, un accordo per la riduzione del personale, dimenticandosi come l’ U.S.L. SIA STATA RICONOSCIUTA GIURIDICAMENTE IL 2 OTTOBRE 2008, ED E’ A PIENO TITOLO ABILITATA A SOTTOSCRIVERE ACCORDI E RAPPRESENTARE I LAVORATORI COME STABILITO DALLA LEGGE E DAI CONTRATTI COLLETTIVI DI LAVORO, COMPRESI ACCORDI DI RIDUZIONE DEL PERSONALE.
E’ giunto il momento per la CSU di mettersi il cuore in pace, basta sterili polemiche, basta tentativi di delegittimare un sindacato giovane  che sta mettendo in campo tutte le risorse per tutelare nel miglior modo possibile i propri iscritti, nonostante sia circondata da meccanismi ostruzionistici e tentativi di prevaricazione.  L’U.S.L. è un sindacato nato proprio da lavoratori stanchi dell’arroganza, dell’ipocrisia e dei giochi di potere messi in atto da dirigenze sindacali vecchie ed autoreferenziali.
Nello specifico, si contesta all’U.S.L. che “ nessun valore potrà avere qualsiasi eventuale accordo” con  l’Antica Piadina San Marino perché non rappresentativa della forza lavoro impiegata : in realtà l’U.S.L. conta tra i propri iscritti più di un terzo dei dipendenti dell’azienda, e ciò implica naturalmente la possibilità e la responsabilità di trattare con la proprietà. L’accordo trovato è frutto di una lunga mediazione, e sebbene ancora nulla è stato firmato, lo si ritiene il miglior equilibrio possibile tra gli interessi in gioco, visto il rischio concreto che l’azienda sposti l’intera produzione nello stabilimento già acquistato nella vicina Italia: i posti di lavori persi sarebbero a quel punto 29 e non solo 9, ma la CSU sembra fare finta di niente e scaricare su altri la responsabilità di scelte certamente delicate, ma indispensabili per la salvaguardia di una realtà produttiva che dà lavoro a famiglie in gran parte sammarinesi.