Udo Kier, sono un mostro solo nei miei film

“Sono bravo nel fare mostri come Frankenstein, Dracula e Hitler proprio perché non sono malvagio. Nella mia vita privata sono esattamente il contrario dei malvagi che interpreto nei film: sono uno che accoglie cani abbandonati, uno che si occupa del giardino che circonda la casa e anche uno a cui piace molto cucinare per gli amici.”. Così quell’incredibile attore dalla faccia sulfurea che è Udo Kier si racconta all’ANSA dalla sua casa di Palm Springs. Nato nel 1944 a Colonia, sotto le macerie di un ospedale appena bombardato, la sua anima tragica e trasgressiva d’artista si è consumata tra sangue, erotismo e grandi nomi del cinema. Da Fassbinder, che è stato inizialmente il suo compagno, a Lars Von Trier, da Wim Wenders a Dario Argento il tutto in una perversa miscela tra cinema ‘alto’ e trash. Legato alla figura di Joe Dallesandro e al padre della pop art, Andy Warhol, che per primo gli donò la maschera di Frankenstein, è stato anche l’attore prediletto di autori esordienti come Christoph Schlingensief.
“Ho letto la sceneggiatura de IL MIO VICINO ADOLF e poi ho chiesto al regista Leon Prudovsky di venire a Palm Springs, dove vivo, per capire se avevamo le stesse idee rispetto al film – dice l’attore di questo lungometraggio attualmente in sala con I Wonder Pictures – . Una volta iniziate le riprese è stato tutto meraviglioso: solo esterni girati in Colombia in due case di campagna una accanto all’altra. Ho amato subito il mio personaggio e mi è piaciuta anche molto l’idea di base di questo lavoro: ovvero che il mio vicino, un ebreo sopravvissuto alla Shoah, sospetti che il dirimpettaio, con tanto di pastore tedesco al seguito, sia Hitler redivivo. La cosa curiosa – aggiunge Kier – è che ho appena interpretato Hitler nella serie tv Amazon, HUNTERS, con nel cast anche Al Pacino”. E ancora l’attore dal volto demoniaco e con due occhi azzurri cangianti e spettrali: “Sì è vero, ho interpretato il Fuhrer diverse volte, ma è sempre stato in commedie. E ogni volta che ne ho vestito i panni non ho potuto fare a meno di pensare a Chaplin quando ne IL DITTATORE prende a calci il mondo. Ma nella serie tv HUNTERS è del tutto diverso, i toni sono drammatici”.
Cosa pensa del cinema italiano? “L’Italia la conosco abbastanza bene. Ho girato da voi tanti film come SUSPIRIA di Dario Argento e LA STAGIONE DEI SENSI di Massimo Franciosa. Ma, vivendo in America, è difficile seguire il vostro cinema e capire come è cambiato negli anni. In passato ho conosciuto tutti: Luchino Visconti, Pasolini, Fellini e anche Vittorio De Sica. Quando sono venuto in Italia nel 71 o 72 – continua Kier – era un mondo del tutto diverso, c’erano tante arene cinematografiche, si potevano vedere film all’aria aperta, era tutto artigianale, ora invece si fanno i film con l’i-phone”. Udo Kier, che si è sempre definito in molte interviste un attore fortunato anche per gli incontri, racconta infine quello con Paul Morrissey, regista, sceneggiatore e personaggio chiave della pop art statunitense in quanto collaboratore di Andy Warhol. “Ero su un aereo Roma-Monaco e accanto a me – ricorda Kier – c’era un uomo che a un certo punto mi ha chiesto cosa facessi per vivere. Ho detto che ero un attore e gli ho subito mostrato alcune mie fotografie. Mi ha chiesto poi il numero di telefono che ha scritto sull’ultima pagina del suo passaporto americano. Solo alla fine si è presentato: ‘sono Paul Morrisey e lavoro per Andy Warhol’. Un paio di settimane dopo, ho ricevuto una sua chiamata: ‘Ehi, sono Paul sto lavorando per Carlo Ponti per un Frankenstein 3d e ho un po’ di lavoro per te’ . Cosa interpreto? Gli chiesi: ‘Sarai proprio tu a fare Frankenstein’. Da allora cambiò la mia vita”.


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