
La Uilm si conferma, coma accade da 30 anni, primo sindacato nello stabilimento siderurgico Acciaierie d’Italia di Taranto. Nelle elezioni per il rinnovo del Consiglio di fabbrica ha ottenuto 2657 voti, pari al 37,5%, che le consentono un’ampia rappresentanza con 23 delegati su 63.
Seconda posizione per la Fim Cisl con 1911 preferenze (circa il 27%) e 16 eletti, terza per l’Usb con 1200 voti (12 eletti), 16 in più della Fiom (1184 preferenze e 11 eletti), che ha perso il podio rispetto a quattro anni fa. Chiude l’Ugl Metalmeccanici con 135 voti e un eletto. Nei 31 seggi predisposti all’interno dello stabilimento hanno votato 7.164 lavoratori, pari all’87,4% degli aventi diritto. “Abbiamo di fronte – ha puntualizzato il segretario nazionale della Uilm Rocco Palombella – tanti problemi, a partire dal rinnovo della cassa integrazione per 2.500 lavoratori a Taranto per almeno un altro anno. Noi la riteniamo inaccettabile e la rispediremo al mittente come abbiamo fatto lo scorso anno”.
Valerio D’Alò, responsabile nazionale Siderurgia della Fim Cisl, ha parlato di un risultato “sostanzialmente positivo per la nostra organizzazione, stabile al secondo posto. Confermiano la sfida per una fabbrica sicura, ecosostenibile e competitiva”.
Per Michele De Palma, segretario generale Fiom Cgil, e Francesco Brigati, segretario generale FiomTaranto, va evidenziato come le elezioni abbiano “visto una grande partecipazione al voto, nonostante la fase di criticità che attraversa la fabbrica. La Fiom cresce di un delegato e passa da 10 a 11, ma siamo consapevoli che bisogna fare di più”. L’Usb, ha commentato invece Francesco Rizzo, dell’Esecutivo confederale, “scalza la Fiom al terzo posto nella fabbrica più grande d’Italia, un trionfo”.
Intanto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato il nuovo decreto salva-Ilva (il 14esimo dal 2012), mentre a Taranto si susseguivano gli appelli a non firmare da parte di numerosi cittadini e attivisti. Tra i videomessaggi postati su Facebook c’è anche quello di un bambino affetto da una malattia rarissima che ha detto candidamente: “Mi chiamo Andrea, ho 10 anni e voglio diventare grande”. La norma destina 680 milioni di euro ad Acciaierie d’Italia, che serviranno, insieme ai 70 milioni conferiti da ArcelorMittal sotto forma di crediti, per coprire i debiti nei confronti dei fornitori (a cominciare da quelli energetici), ed evitare di portare i libri in tribunale. Il punto ritenuto più controverso è il ripristino dello scudo penale. Il capo dello Stato, ha chiosato il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti, non ha ascoltato “l’appello dei numerosi cittadini che gli hanno scritto, chiedendogli un riesame della legge per vizi di costituzionalità e per conflitti con le norme europee. Una omissione di soccorso ai tanti che gli hanno chiesto aiuto. Adesso si va avanti, con la coscienza di aver fatto tutto quello che andava fatto. Noi – ha concluso – andiamo avanti, anche senza Mattarella”.
—
Fonte originale: Leggi ora la fonte