Ultimi giorni di preparazione per il Progetto Economico 2011, che andrà in Commissione Finanze venerdì pomeriggio e che oggi pomeriggio è stato oggetto di confronto e di riflessione all’interno del Patto, con la presenza del Segretario alle Finanze Pasquale Valentini.
In ogni caso, struttura e obiettivi sono ormai impostati.
Punto di partenza, la congiuntura mondiale e il suo riflesso, in una visione sistemica, sullo scenario sammarinese. Dati e numeri che riportano la situazione generale alla sua reale dimensione, con elementi tali di incertezza sia a livello di gettito sia di occupazione, che impongono da una parte un assoluto rigore, dall’altra gli strumenti per creare le basi di un nuovo sviluppo.
Per questo, il Progetto Economico si muove su due livelli: quello di prospettiva, che poi si tradurrà in cifre in occasione della legge di bilancio, a dicembre; e quello immediato, che detterà le linee della manovra.
Infatti, occorre intervenire subito affinché il deficit previsto per quest’anno possa rimanere effettivamente entro il margine già individuato (meno 43 milioni) e bisogna guardare lontano con una diminuzione di almeno 40 milioni rispetto al deficit individuato nella previsionale per il 2011, con interventi strutturali che vadano ad incidere sia nella spesa corrente, sia in conto capitale.
“Tutto quello che succede – afferma Valentini – decreto incentivi, minore raccolta bancaria, imprese in difficoltà, oltre che elementi di incertezza porta per forza ad un gettito inferiore rispetto al passato. Per stare dentro a un deficit controllabile, bisogna fare interventi significativi nel risparmio, ma soprattutto nella promozione di nuove entrate”.
Nell’immediato: congelamento dei capitoli di spesa non obbligatoria, riduzione del personale non sostituendo tutti i pensionamenti e maggiore flessibilità interna nella PA, riduzione di due punti nella Monofase in preparazione del passaggio all’IVA.
In una frase, più rigore senza licenziamenti né decurtazione degli stipendi e iniziative per rilanciare i consumi interni.
Per il 2011, occorre invece passare alla strutturazione degli interventi, innanzi tutto eliminando l’assistenzialismo che tuttora sorregge tanta parte dell’economia e delle attività. L’intervento dello Stato, infatti, è chiesto praticamente ovunque. Si pensa poi ad un meccanismo di aggiornamento routinario delle tariffe in modo da non creare più squilibri; ad una riforma della PA che porti non solo ad una diminuzione del personale ma anche ad un completa razionalizzazione della gestione della spesa; alla esternalizzazione dei servizi non strategici; alla riforma dell’ordinamento contabile per una maggiore trasparenza e migliore lettura del bilancio; all’equità fiscale che dovrà essere realizzata con la riforma tributaria; all’attrazione di nuovi investimenti (legge commercio, piano turistico, interventi sul territorio e sulla sanità).
In sintesi, sono tre gli elementi fortemente caratteristici che improntano tutti i capitoli del Programma Economico: una base forte di contenimento, una base per nuove entrate e strumenti per il rilancio dell’economia. Tutti contemplati nei dieci settori di competenza delle Segreterie di Stato.
E’ chiaro che il rapporto internazionale e il rapporto con l’Italia sono fondamentale per una buona riuscita e della manovra e del Piano. Quindi, per il Governo, una priorità imprescindibile.