Nell’editoriale odierno mi trovo a commentare uno spettacolo politico shakespeariano: l’agonia della maggioranza.
Non voglio fare il profeta di sventura, ma sembra davvero che l’attuale esecutivo stia ballando il suo ultimo tango.
Dopo oltre due mesi di stallo, finalmente una luce in fondo al tunnel.
Una posizione di “ragionevolezza e dialogo”, sotto la bandiera delle forze di opposizione, che unite, hanno rivendicato un ruolo essenziale nell’addivenire a un accordo bipartisan.
Ma nello stesso tempo, hanno rivolto dure accuse al Congresso di Stato e alla maggioranza. Una maggioranza che sembra essersi persa sul palco del teatro dell’assurdo, incapace di prendere decisioni in autonomia.
L’opposizione ha fatto il suo dovere, portando avanti una battaglia che ritengo positiva per il Paese. Ma il rimpianto è palpabile. L’accordo avrebbe potuto essere raggiunto da tempo, se solo il governo avesse dimostrato realismo.
Ma sembra che la testardaggine abbia prevalso sulla saggezza e il pragmatismo.
Ebbene, un governo serio, responsabile, dopo una trattativa (pantomima?) del genere, dovrebbe ammettere le difficoltà e rivedere i suoi obiettivi. Dovrebbe rendersi conto che la forza propulsiva della sua azione ha dimostrato tutta la propria debolezza. Ma temo che non sarà così.
Sullo sfondo aleggia ancora il progetto delle residenze fiscali non domiciliate.
Una visione che, secondo molti, aprirebbe le porte dell’Antica Repubblica a individui che vogliono sfruttare un sistema fiscale “generoso” a spese degli altri.
Tutt’altro che una prospettiva allettante.
Fortunatamente, si è trovata una sintesi sui contenuti e la speranza è che questo accordo possa segnare un cambio di metodo e riportare al centro del dibattito il Consiglio Grande e Generale, riducendo il ricorso alla decretazione.
Ma una cosa è certa: quanto andato in scena è il segno inequivocabile che la maggioranza ha perso definitivamente i numeri, e senza il contributo delle minoranze, rischia di rimanere impantanata.
Senza una sorta di unità nazionale per fare passare le leggi più importanti, la macchina governativa è destinata a bloccarsi.
Non solo. L’opposizione ha dimostrato di avere una forza insospettabile. Ha messo da parte le divergenze e si è unita per portare avanti una dinamica politica che ha fatto vacillare l’esecutivo.
Un campanello d’allarme che dovrebbe essere udito fino in Via Delle Scalette.
Siamo alle porte delle elezioni, ed è giunto il momento di gettare le basi per la prossima legislatura, altrimenti c’è il pericolo di trovarsi all’interno dell’ennesimo inconcludente limbo politico.
David Oddone
(La Serenissima)