Un’ultima cosa, voci di donne fuori tempo

(di Mauretta Capuano) (ANSA) – ROMA, 25 NOV – CONCITA DE GREGORIO, UN’ULTIMA COSA
(FELTRINELLI, PP 169, EURO 17) – “Ho preso il volo, alle
quattro/E non voglio vedere adesso le vostre facce
pendule/Dispiaciute di quel dispiacere sgomento, che vi esibite
l’un l’altro/ Per dimostrarvi innocenti/ E perdonarvi di non
aver sentito e non aver capito”. E’ Amelia Rosselli a parlare al
suo funerale, come immagina Concita De Gregorio in ‘Un’ultima
cosa’ in cui nel momento dell’addio prende la parola un coro di
donne speciali, poetesse, artiste, musiciste, che l’autrice ha
sfiorato, incontrato e cercato. Una parola libera, vera, quella
del congedo, che diventa un’orazione ma anche un’invettiva. Così la Rosselli poetessa, musicista, figlia dell’eroe della
resistenza Carlo Rosselli, assassinato in Francia con il
fratello Nello su ordine di Mussolini nel 1937, si mostra in
tutto il suo coraggio e fragilità, con quelle voci che la
perseguitano “La Cia-le spie, la Cia è la mia malattia/Mi droga
il caffè mi entra nel telefono”. Magra, con gli occhi grandi,
Melina, come la chiamavano in famiglia, appare così alla De
Gregorio adolescente che la incrocia in uno scantinato di Roma
dove sussurrava, come cantando, i versi del poemetto ‘La
Libellula’, panegirico ipnotico della libertà.
    Nel libro, pubblicato da Feltrinelli, ci sono Lisetta Carmi,
musicista, fotografa, mistica, morta a luglio 2022 che dice “sono stata ai bordi, li ho costeggiati tutti”. Cercata e
trovata nella sua casa di Cisternino, in Puglia, la Carmi “mi
ha offerto – racconta la De Gregorio – la possibilità, con la
sua sapienza e la sua grazia straniera a questo mondo, di
scrivere il suo congedo insieme a lei”. E Dora Maar, la musa di
Picasso, pittrice, fotografa, che verrà sottoposta all’elettrochoc, con cui si apre il libro, conosciuta quando
era bambina.
    Famose, poco o tanto conosciute, sono dodici donne delle quali
la De Gregorio, giornalista e scrittrice, ha sentito e non ha
potuto abbandonare la voce. Incontriamo la scrittrice Silvina
Ocampo, tra le più ricche e stravaganti donne d’Argentina; la
pittrice autodidatta Carol Rama, della quale la De Gregorio ha
avuto in dono uno schizzo da uno sconosciuto; la psichiatra
visionaria Nise da Silveira, morta nel 1999. La fotografa Vivian
Maier che parlava solo con i bambini e le cui ceneri sono sparse
in un campo di fragole selvatiche. “Non penserete che sia qui
per tenere un discorso/Non l’ho mai fatto in vita mia non lo
farò adesso/ Come ciascuno di voi sa/Io parlo solo coi bambini”
dice.
    Lungo il percorso incontriamo anche l’artista barbaricina Maria
Lai, la scrittrice, pittrice e regista Lorenza Mazzetti, che
l’autrice credeva fosse una “luminosa dolorosa mendicante”; la
musicista e cantastorie Rosa Balistreri, la fotografa Margaret
Bourke-White e la pittrice Aloise (Lulu) Corbaz, internata in
manicomio a 32 anni di cui si era invaghito Jean Dubuffet.
    Attratta da loro, la De Gregorio che per decenni ha studiato e
raccolto le opere e la vita di queste figure, si è fermata ad
ascoltarle senza chiedersi il perché e senza interrogarsi su
che cosa avessero in comune. Lo ha capito dopo, forse proprio
nel momento in cui è nato questo libro. Sono tutte donne
arrivate troppo presto o troppo tardi, che sono state messe al
bando, escluse. “Erba cattiva nel giardino buono, inopportune
rispetto al decoro: perciò, da estirpare. Fonte di eresia,
dunque di desiderio e di colpa. Il desiderio è la colpa” scrive
la De Gregorio. ‘Un’ultima cosa’ è un modo per restituirle il
loro posto e darle la voce in un’orazione funebre è
un’inversione riuscita dei discorsi d’occasione. E la stessa De
Gregorio alla quale, come racconta, il padre aveva chiesto di
scrivere per lui il suo necrologio, dice che “sarebbe bellissimo
essere vivi al proprio funerale”.
    Ogni capitolo del libro, che è ora un progetto teatrale, è
accompagnato da un breve ritratto dell’artista o scrittrice
protagonista e in appendice c’è una bibliografia essenziale per approfondire questo stupefacente viaggio nella storia di donne
che hanno rappresentato per il mondo uno scandalo, sicuramente
in anticipo rispetto alle convenzioni e alla società. (ANSA).
   


Fonte originale: Leggi ora la fonte

  • Le proposte di Reggini Auto