Il Coordinamento di genitori “E pur si muove” risponde alle dichiarazioni del vicesindaco di Rimini Gloria Lisi a seguito di un incontro in regione sulle vaccinazioni, da quest’anno obbligatorie per l’accesso ai servizi di infanzia in Emilia Romagna.
“Il vice sindaco di Rimini Gloria Lisi fa un punto che noi riteniamo parziale sulla situazione vaccini perché, pur dichiarando che non sottoscrive i toni allarmistici usati in queste settimane rispetto a possibili diffusioni di epidemie, non dichiara ad esempio a chiare lettere che non esiste alcuna epidemia in atto per nessuna delle malattie per cui, attualmente, esiste l’obbligo vaccinale in Italia. Questo non lo dicono i sottoscritti, ma medici e scienziati”.
Il Comitato parla di terrorismo psicologico anche “Sulla meningite, ad esempio, che peraltro non fa parte dei quattro vaccini obbligatori in Italia – Poliomielite, Tetano, Difterite ed Epatite B”. “i cui casi di malattie e morti sono assolutamente in linea con quelli degli anni passati”.
“Gentile Vice Sindaco, quando riferisce che la stragrande maggioranza di genitori con cui i suoi uffici sono entrati in contatto apprezza la nuova legge, ci piacerebbe sapere innanzitutto quanti sono i genitori che costituiscono questa “stragrande maggioranza” e come è stata conteggiata dai servizi comunali”.
E ancora: “Perché non dice ai cittadini che 15 Paesi europei non hanno l’obbligo vaccinale (tra cui Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca, Austria, Spagna, Norvegia, Finlandia, Olanda, Portogallo, Svezia), mentre i vaccini sono soltanto raccomandati e/o raccomandati solo ai soggetti considerati a rischio. Perché non dice ai cittadini che questi Paesi mantengono comunque un’alta copertura vaccinale”.
Reazioni avverse e danni da vaccino, ricorda il comitato,m non sono possibilità così remote come si vorrebbe far credere: ci aspettiamo da un amministratore attento e onesto il ricordare alla popolazione che in Italia esiste da quasi 25 anni una legge che consente il risarcimento a tutti coloro che subiscono danni in seguito ad un vaccino (L.210/1992), quindi il legislatore stesso ha preso atto di questa possibilità. Del resto, i foglietti illustrativi degli stessi vaccini (che generalmente le Aziende Sanitarie non consegnano ai genitori nel momento della pratica vaccinale ma che possono fornire su richiesta) sono piuttosto espliciti a questo riguardo. Perché allora si cerca di rendere i bambini danneggiati da vaccino invisibili?”
Per poi contestare anche quanto dichiarato sull’immunità di gregge: “La Lisi dichiara di condividere in particolare l’attenzione della Pascucci sulle categorie più deboli. Scrive testualmente: “Questo significa che oltre a non coprire rischi sanitari per i propri figli, chi non vaccina crea anche delle condizioni di rischio potenziale maggiore anche nei contesti di vita dove sono inseriti mettendo in pericolo la cosi detta “immunità di gregge”, che agisce normalmente quando vaccinando i nostri piccoli, mettiamo al sicuro anche i compagni di classe più deboli, che magari non possono essere protetti per deficit al sistema immunitario”. Per noi si tratta di pura disinformazione. Bisognerebbe invece ricordare ai cittadini che: – dal 2002 l’Europa è stata dichiarata “polio free”, e questo significa che nel nostro continente da diversi decenni non si verifica più nessun caso di questa malattia; la difterite non è presente in Italia da oltre 25 anni e casi sporadici si sono riscontrati in Europa, anche in paesi con coperture vaccinali superiori al 95% (cosiddetta immunità di gregge); il tetano è una malattia infettiva ma non è trasmissibile (la vaccinazione rappresenta quindi un atto finalizzato alla protezione individuale, non certamente collettivo); l’epatite B si trasmette attraverso lo scambio di fluidi corporei, quindi non si capisce bene l’utilità che possa avere il vaccino in bambini di età pediatrica a meno di particolari situazioni di rischio reale”.
“Tra l’altro, il riferimento fatto dal vice sindaco Lisi a bambini con deficit al sistema immunitario, che verrebbero tutelati dalla nuova Legge regionale, è improprio, dal momento che i bambini immunodepressi, ammesso che possano stare fuori da un reparto di ospedale, non potrebbero comunque frequentare il nido, perché per loro sono pericolosi tutti i virus, tutti i batteri, non solo quelli contenuti nei 4 vaccini che si vorrebbero imporre. Per un bambino immunodepresso è sicuramente più probabile e quindi pericolosa un’infezione da streptococco, comunissima nelle comunità infantili ma di cui il vaccino nemmeno esiste, rispetto alla poliomielite da cui l’Europa è dichiarata “free” da ormai 15 anni. Per di più, vacciniamo i bambini che frequentano il nido e non gli educatori, i genitori, i nonni, e tutta la popolazione che entrerà a contatto con loro?”