Venezia, biografie e tanta famiglia in concorso

– Viva l’intimità, il biografismo, la famiglia, le storie tratte dal reale! In questa 79/ma edizione della Mostra d’Arte Internazionale d’Arte Cinematografica vince il privato forse anche all’ombra del lockdown e della pandemia che ha segnato tutti.
    Ecco, infine, i 17 film in concorso che sfideranno i cinque italiani, ovvero L’IMMENSITÀ di Emanuele Crialese, IL SIGNORE DELLE FORMICHE di Gianni Amelio, MONICA di Andrea Pallaoro, BONES AND ALL di Luca Guadagnino e CHIARA di Susanna Nicchiarelli.
    BLONDE di Andrew Dominik, tratto dal romanzo di Joyce Carol Oates e dedicato al mito Marylin Monroe (Ana De Armas), racconta la natura bifronte di questa diva, dietro e davanti i riflettori, permettendoci anche di fare conoscenza ravvicinata dei due mariti Joe DiMaggio e Arthur Miller (Bobby Cannavale e Adrien Brody).
    ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED della regista Usa Laura Poitras racconta invece la storia della fotografa, Nan Goldin e della sua lotta militante contro la famiglia Sackler e la Purdue Pharma, produttori dell’OxyContin. Ovvero un narcotico che ha innescato un’epidemia di dipendenza da oppioidi.
    SAINT OMER di Alice Diop mette mano alla storia vera di una senegalese, accusata di aver ucciso la figlia di quindici mesi abbandonandola su una spiaggia del nord della Francia, ma racconta anche di una romanziera di trent’anni, Rama, che vuole usare il processo in corso su questo caso, per il suo romanzo.
    LES ENFANTS DES AUTRES di Rebecca Zlotowski è la storia personale della regista e del suo compagno, il cineasta Jacques Audiard. Rachel (Virginie Efira), quarant’anni, ama la propria esistenza, i suoi studenti, il suo ex-compagno, le sue lezioni di chitarra. Quando si innamora di Ali, lega profondamente con la figlia di lui di quattro anni. La protegge e la ama come la madre che non è.
    THE ETERNAL DAUGHTER, della regista inglese Joanna Hogg, è una ghost story girata nel Galles, dove un’artista di mezza età (Tilda Swinton) e l’anziana madre affrontano, quando sono costretti a tornare nella loro ex casa di famiglia, segreti sepolti da molto tempo.
    WHITE NOISE di Noha Baumbach, film d’apertura al Lido e basato sul libro di Don DeLillo, si annuncia nel segno della più ampia eterogeneità: terrificante, lirico, assurdo, ordinario e apocalittico allo stesso tempo. Al centro di tutto una famiglia americana contemporanea alle prese con la vita quotidiana e i misteri universali dell’amore e della morte.
    THE WHALE di Darren Aronofski è la storia di Charlie uomo di mezza età di 270 chili e professore d’inglese che tenta di riallacciare i rapporti con la figlia diciassettenne , che si è allontanata da lui. A interpretare la figlia Ellie è Sadie Sink di STRANGER THINGS.
    TÁR di Todd Field ovvero la storia di Lydia Tár (Cate Blanchett) una delle più grandi direttrici d’orchestra al mondo e la prima della più grande orchestra della Germania. L’ambiente in cui lavora è maschilista e per questo è costretta sempre a dimostrare la sua competenza di musicologa.
    ATHENA di Romain Gavras, scritto con Ladj Ly, regista di Les Miserables, racconta con ritmo sfrenato una moderna tragedia, una rivolta popolare in una banlieue parigina a seguito dell’omicidio da parte della polizia di un giovane di origini straniere, fratello minore dei tre ragazzi protagonisti.
    UN COUPLE (A COUPLE) di Frederick Wiseman con Nathalie Boutefeu è film di finzione, inedito per il documentarista americano, che racconta la corrispondenza epistolare fra Tolstoj e sua moglie Sophia.
    LES MIENS di Roschdy Zem, comedy-drama familiare con protagonista Moussa uomo gentile e altruista, sempre disponibile per la sua famiglia, a differenza di suo fratello Ryadh, noto conduttore televisivo famoso per il suo egoismo anche nel suo entourage. Quando Moussa viene colpito da un malore che trasforma il suo carattere in peggio troverà solidarietà solo in Ryadh.
    BEYOND THE WALL, terzo film del regista iraniano Vahid Jalilvand, racconta di Ali un cieco la cui vita inizia a sgretolarsi quando scopre che Leila (Diana Habibi), si nasconde nel suo appartamento.
    THE BANSHEES OF INISHERIN di Martin McDonagh analizza invece con grande sottigliezza le dinamiche dell’amicizia di lunga data fra Pádraic (Colin Farrell) e Colm (Brendan Gleeson), coppia di amici che vive in una remota isola irlandese.
    THE SON di Florian Zeller. Dopo il divorzio dei genitori, il diciassettenne Nicholas non può più vivere con sua madre. Il ragazzo decide così di trasferirsi dal padre Peter, che ha appena avuto un figlio dalla sua nuova compagna. Peter prova a occuparsi di Nicholas pensando a come avrebbe voluto che suo padre si prendesse cura di lui ma nel frattempo cerca di destreggiarsi tra la sua nuova famiglia e la carriera politica a Washington.
    ARGENTINA, 1985 di Santiago Mitre ha come protagonisti una squadra di avvocati alle prese con un processo, che coinvolge i comandanti della dittatura militare argentina negli anni ’80.
    Dramma politico che racconta la storia vera dei giovani avvocati che osarono investigare sulla dittatura militare che soggiogò l’Argentina.
    KHERS NIST (NO BEARS) di e con Jafar Panahi intreccia due storia d’amore parallele, entrambe contrastate da ostacoli che riflettono la vita in Iran in questi giorni. Panahi interpreta un regista, non lontano dalla propria condizione reale, alle prese con la troupe in un villaggio al confine con la Turchia.
    Gli abitanti lo assecondano e insieme gli fanno sentire di non essere il benvenuto, forse perché è il regista stesso la causa dei problemi insorgenti.
    LOVE LIFE di Kôji Fukada, infine, ha come protagonista Taeko la cui vita scorre tranquilla accanto al marito e al figlioletto Keita, finché un evento drammatico segna il ritorno del padre biologico del bambino. (ANSA).
   


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