Verucchio ricorda i Nove Martiri, la sindaca Gobbi: “La memoria è un messaggio di speranza”

Due giornate intense, sabato 20 e domenica 21 settembre, hanno riportato la comunità di Verucchio a fare i conti con la sua storia più dolorosa: l’eccidio dei Nove Martiri, uccisi dai nazisti il 21 settembre 1944 come rappresaglia.

Il programma si è aperto con la Camminata sui Luoghi della Memoria, promossa da ANPI Verucchio, per poi culminare nella cerimonia di commemorazione che ha visto la partecipazione della sindaca Lara Gobbi, affiancata dalla collega di Talamello, Anna Maria Bianconi. Presenti anche il parroco don Luca Torsani, rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma, ANPI e la Polizia locale di Vallata, con la Banda Città di Verucchio che ha accompagnato i momenti ufficiali sulle note dell’Inno di Mameli e del Silenzio.

Nel suo discorso, Gobbi ha ricordato uno ad uno i nomi delle vittime: Antonio Achilli, Lazzaro Berardi, Giuseppe Bracchini, Luigi Brigi, Pietro Celli, Luigi Filippi, Primo Foschi, Paolo Moretti e Gregorio Zavatta. Ha sottolineato come il tempo rischi di affievolire la memoria, ma che l’attualità – segnata da nuove guerre e atrocità – la renda invece indispensabile.

“La memoria – ha detto – non serve a coltivare odio o vendetta, ma a ricordare che la guerra, voluta da pochi, può trasformare masse di persone comuni in esseri senza pietà. È successo anche qui, a Verucchio. Eppure perfino nel baratro della barbarie può sopravvivere un frammento di umanità: il sedicenne Umberto Bonfè, destinato all’esecuzione, fu risparmiato forse per un gesto di generosità o per la sua giovane età”.

Gobbi ha quindi lanciato un messaggio che guarda al futuro: “La speranza ha sempre una ragione di esistere, allora come oggi. E la vostra presenza qui lo dimostra. Viva la pace!”.

La sindaca ha infine rivolto un ringraziamento alle autorità religiose, civili e militari, all’ANPI, alle associazioni combattentistiche, alla banda cittadina e soprattutto ai familiari dei Martiri, che continuano a custodire e trasmettere il ricordo di quella pagina tragica.