
Per il governo guidato dal centrodestra arriva una nuova vittoria a livello Ue: è stato rinviato a data da destinarsi il voto alla riunione degli ambasciatori degli Stati presso l’Unione europea sul Regolamento che prevede lo stop dal 2035 alla vendita di auto nuove a benzina e diesel. Un portavoce della presidenza svedese ha fatto sapere che il Coreper (Comitato dei rappresentanti permanenti) tornerà sulla questione “a tempo debito“.
Vince il pressing del governo
Per l’esecutivo del nostro Paese è un secondo risultato importante nel giro di pochissimo tempo: il voto degli ambasciatori era previsto inizialmente per mercoledì 1 marzo, data poi spostata proprio alla giornata di oggi per avere maggiore tempo a disposizione. Ora è arrivato un nuovo slittamento e questa volta manca un orizzonte temporale ben preciso e definito: l’adozione del Regolamento sulle emissioni di Co2 per auto e furgoni è stata posticipata senza fissare una data.
“Con il nostro No abbiamo svegliato l’Europa“, ha esultato mercoledì Adolfo Urso. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha assicurato che “su tutti i dossier saremo in campo sino alla clausola di revisione del 2026“, ribadendo il concetto secondo cui “cambiare si può“.
Il fronte degli scettici
Con il passare dei giorni si è fatto sempre più forte il fronte degli scettici in merito alla proposta del bando alla produzione e vendita di auto e van con motori termici dal 2035. Il motivo del rinvio va trovato nell’incertezza del risultato finale, che è tornato in bilico in seguito alle varie posizioni critiche che si sono via via palesate. L’ok all’accordo raggiunto da Consiglio e Parlamento Ue avrebbe rischiato di non raggiungere la maggioranza qualificata per l’adozione finale.
Forti dubbi erano stati già sollevati da Polonia e Bulgaria. Dal suo canto l’Italia aveva messo in guardia sulla propria contrarietà allo stop dal 2035 alla vendita di nuove auto a benzina e diesel. A frenare è stata anche la Germania, la cui posizione non è ancora netta: il partito liberale, che fa parte della coalizione di governo, avrebbe frenato sulla decisione e di conseguenza avrebbe aperto un problema nella maggioranza.
Da qui la decisione di temporeggiare. Tuttavia si naviga a vista: bisognerà vedere se a Berlino il governo riuscirà a trovare una soluzione di compromesso all’interno della coalizione. Tra le ipotesi di alcuni esponenti dell’esecutivo tedesco c’è quella di continuare a usare i motori a combustione ma con carburanti a zero emissioni. Il Regolamento traballa di nuovo. Le perplessità della Germania e il “no” dell’Italia si aggiungono ai dubbi di Polonia e Bulgaria: il blocco di minoranza potrebbe essere decisivo per bloccare l’iter.
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