Vino italiano Leader nel mondo

vino1NEL NOSTRO Paese i matrimoni gay ancora non si possono celebrare. Ma intanto è già nata la prima fiera sul tema. Il classico controsenso all’italiana. Forse: in fondo, che l’economia viaggi molto più veloce della politica, finendo per condizionarla più di tanti altri fattori, non è di certo una novità. Il salone dell’unione omosex apre domani a Bologna, non a caso una delle capitali italiane del movimento per i diritti civili. Dove 30 anni fa un sindaco, per primo, concesse uno spazio ai gay e oggi un colosso come Coop Adriatica ha allargato i permessi ‘matrimoniali’ a chi, ancora, sposarsi legalmente non può. E così ‘Gay Bride Expo’ è già un piccolo grande evento,che ha richiamato esperti, ospiti e vip da tutta Italia, finendo per offuscare il padrone di casa, il più classico ‘Bologna Si Sposa’, che da 10 anni racconta le ultime tendenze per il giorno più bello di una vita.
Passato di moda. I tempi cambiano e le bomboniere si adeguano. Il matrimonio tradizionale è in crisi e quello gay-lesbo un’opportunità. Anche e soprattutto economica. La sua fiera, un’importante vetrina. Sotto le Due Torri arriveranno i volti più noti del panorama di riferimento: la cantante Maria Nazionale, regina del neomelodico vista a Sanremo e in prima fila al Pride, Carlo Gabardini, l’attore che combatte (vincendola alla grande) la battaglia dell’omofobia usando l’ironia e la satira, e Alessandro Fullin, che dai palchi dello storico circolo del Cassero di Bologna è arrivato alla ribalta nazionale di Zelig. Con loro, i migliori wedding planner in circolazione: ovvero quelle figure che ti organizzano alla perfezione il matrimonio da favola, curando i minimi particolari, dall’odore dei fiori ai colori delle etichette del vino. Naturalmente in versione omosex, sognando un evento alla Elton John. E ancora: l’anteprima della web-serie ‘Lista di nozze’, la prima dedicata al tema in Italia e la mostra di scatti dei ‘Migranti d’amore’, come definisce le coppie lgbt il numero uno di Arcigay, Flavio Romani.
Un successo annunciato, insomma. La battaglia per le unioni civili, oltre che dalle infinte e spesso inconcludenti schermaglie in Parlamento, passa anche da qui: «I paesi che le hanno introdotte, ne hanno beneficiato molto anche dal punto di vista economico», ricorda Romani. Business is business. E non guarda in faccia ai gusti sessuali di nessuno.