ViSalus vuole proprio me per vendere i suoi frullati e alimenti sostitutivi, e ‘promette’ soldi a palate, auto di lusso, un fisico da urlo … e bonifici da San Marino

Partiamo da una semplice ipotesi. Se aveste scoperto il segreto per fare un sacco di soldi con pochissimi sforzi, di guidare costosissime macchine e di pagare pochissime tasse, che fareste? Lo terreste per voi oppure vorreste che quante più persone – a voi vicine, ma non necessariamente – godessero del vostro stesso jackpot? Beh, se propendete più per la seconda, allora andreste d’accordo con i promoter di ViSalus. Che hanno capito meglio di chiunque altro come sfruttare un business redditizio (ma che dico, molto più che redditizio!) aiutando amici, parenti, conoscenti e perfetti sconosciuti a incrementare i propri guadagni.

Fino a qualche mese fa non conoscevo ViSalus: ho scoperto questa realtà, incluso il suo sommerso, grazie a una conoscente di vecchia data, che, stando a quanto raccontato, ha raggiunto una specie di Nirvana esistenziale consumando i suoi prodotti e aderendo alla sua filosofia.

 

La ViSalus Sciences è una società americana di marketing multilivello (MLM) fondata nel 1997 da Nick Sarnicola e Blake Mallen; commercializza alimenti per la gestione del peso corporeo, integratori, pasti sostitutivi e bevande energetiche negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada, Irlanda, Austria, Germania, Spagna, Finlandia, Svezia, nei Paesi Bassi e da tre anni anche in Italia, tramite la piattaforma The Challenge.

La storia di ViSalus è piuttosto travagliata, e comprende nell’ordine:

– un debito di 6 milioni di dollari che l’ha portata vicino alla bancarotta nel 2008;

– il salvataggio nello stesso anno con l’acquisizione da parte della Blyth, Inc., una società di marketing multilivello specializzata in home decor, che la fa tornare ad alti livelli di redditività (oltre 15 milioni di dollari al mese) nel 2010;

– un tentativo di cessione di ViSalus da parte della Blyth, Inc. attraverso un’offerta pubblica iniziale di azioni del valore di 175 milioni di dollari nel 2012;

– l’annullamento di tale offerta pubblica in seguito all’accusa secondo cui i co-fondatori stavano gonfiando artificialmente le vendite;

– l’annuncio della privatizzazione nel 2014 con una transazione che converte le azioni della società in azioni ordinarie, eliminando così l’obbligo della Blyth, Inc. di pagare i cofondatori 143,2 milioni di dollari come parte dell’acquisizione del 2008;

una drastica diminuzione dei guadagni e delle entrate di ViSalus post-privatizzazione: la società opera in perdita nel 2013 e nel 2014; dopodiché smette di rendere noti i suoi dati di vendita.

A ciò si devono aggiungere diverse controversie di ordine legale:

– nel 2012, il commentatore della CNBC Herb Greenberg afferma che ViSalus cammina «su una linea dubbia tra la vendita diretta legale e lo schema piramidale»;

– nello stesso anno ViSalus viene esaminata dalla Southern Investigative Reporting Foundation, che pubblica un rapporto dettagliato dove si attacca il modello di business della compagnia: secondo l’organizzazione di giornalismo investigativo, sussiste un‘alta probabilità che gli investitori perdano i loro soldi nello schema messo in atto;

– nel 2016 viene intentata una class action contro la ViSalus, Robert Goergen Sr., Todd Goergen, Nick Sarnicola, Blake Mallen e Ryan Blair nel tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto orientale del Michigan: l’accusa è di operare uno schema piramidale illegale (o schema Ponzi) secondo il quale si vendono diritti di distribuzione alle persone solo per acquisire il diritto di reclutarne delle altre;

Michael Gehart, un distributore di ViSalus, nel 2017 cita in giudizio l’azienda per aver praticato marketing piramidale, sostenendo che l’azienda offre poche opportunità di guadagnare dalla sola vendita di prodotti.

Date tali premesse, un sabato di ottobre ho partecipato con estrema curiosità a un webinar di ViSalus poiché «persona acuta e influente». Il mio ‘gancio’ – ora Regional Director di ViSalus – mi ha assicurato che la mia presenza era fondamentale «perché ho avuto questa possibilità tra tanti e non posso permettermi di non avere le mie dieci conferme».

Detto fatto, alle quattro del pomeriggio sono davanti al computer, pronta a gustarmi una conferenza (o almeno, quella che credevo sarebbe stata una conferenza), su prodotti quali lo shake sostitutivo Vi-Shape, i cereali Vi Crunch Cereal, gli snack Nutra-Bar e i biscottini Nutra-Cookies. Accedo tramite un link inviatomi su WhatsApp a una ‘sala virtuale’ che, oltre a me e alla mia conoscente, conta appunto dieci persone in totale. Dopo una sommaria presentazione di ViSalus, assistiamo alla visione di un video che elenca meticolosamente tutti i pericoli e i danni di una cattiva alimentazione: allevamenti e coltivazioni intensive ci distruggeranno; l’obesità è aumentata in maniera drammatica (ma toh!); «mangiamo calorie vuote senza nutrirci». Sul finale, però, la svolta: il circolo vizioso può diventare virtuoso introducendo nella propria routine Vi-Shape, il frullato che vale un pasto equilibrato e nutriente, a un prezzo accessibile e verificato’ da un punto di vista nutrizionale dal Prof. Marco De Angelis. Soddisfatti o rimborsati (e te pareva).

ViSalus promuove i suoi prodotti con Body by Vi Challenge, un programma in cui le persone stabiliscono obiettivi di perdita di peso e di forma fisica da raggiungere in un periodo di 90 giorni. Al grido di «Lo zucchero è la droga del XXI secolo», una carrellata di uomini e donne ‘rinati’ dopo la sfida mi passano sotto il naso (sembra che anche Britney Spearsrientri tra questi), mentre la maestra di cerimonie spiega le certificazioni conseguite – Generally Recognized as Safe (GRAS); Current Good Manufacturing Practice (CGMP); Kosher – e comincia a introdurre il vero tema del pomeriggio. Che non è la nutrizione, non è la salute, non sono i benefici di una corretta alimentazione e non è la guerra al sovrappeso. No, il fulcro dell’incontro è più prosaico: fare proseliti, in fretta, e senza troppa fatica. Perché proseliti uguale guadagni… o almeno, così raccontano.

La dinamica assomiglia fin troppo a quella descritta da Selvaggia Lucarelli per la Juice Plus, con la sola differenza che ViSalus in Italia non può (ancora) vantare lo stesso seguito.

Tutto parte dall’acquisto di un Executive System a 499,99 euro o di uno Star System a 999,99 euro. In offerta, però: il primo (che comprende 96 campioni, e-commerce personale, tools vari, app & back office) avrebbe un valore commerciale di 2.500 euro; il secondo (362 campioni, e-commerce personale, tools vari, app & back office) di 3.000 euro.

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Dopodiché, si scala il piano carriera «con il potere dei tre»: io iscrivo tre clienti al Challenge, li invito a promuovere il programma–ergo, a comprare uno dei due kit di cui sopra e a diventare promoter–e mi trasformo in ‘Rising Star’, con l’opportunità di sbloccare 5 super bonus e di avere un’entrata media di 150-300 euro al mese e 1.600-3.600 euro annui.

2018-10-20 16.35.01Il sistema, poi, attraverso un complesso meccanismo di accumulo punti, bonus da sbloccare, ricompense e premi, procede per duplicazione: se i tre promoter di cui sopra passano a loro volta allo status Rising Star, io mi elevo ad Area Director (300-600 euro al mese e 3.600-7.200 euro annui), e via discorrendo.

Gli step successivi prevedono un piano in cui posso passare a Regional Director – con la possibilità di aderire al Club auto di lusso Vi Drive, «un programma bonus che copre il costo mensile di qualsiasi auto da sogno Vi Drive: BMW, Mercedes, Lexus, Audi, Land Rover, Porsche e tante altre!» – National Director, Executive Director, Presidential Director e Ambassador, arrivando a incassare circa 100.000 euro l’anno.

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Il tutto corredato da eventi ‘motivazionali’ come il Vitality Pesaro, tenutosi il weekend del 12-14 ottobre scorso; post su Facebook in cui si sbandierano i successi ottenuti; frasi fatte («Non c’è bisogno di andare alle Cayman!», «Aiutiamo le persone a guadagnare di più», «Riesci ad avere un ricorrente ogni mese senza fare praticamente nulla!») ripetute a mo’ di mantra.

La ‘gallina dalle uova d’oro’ delle società come ViSalus è la legge 173 del 2005, che regola la «vendita diretta a domicilio» e protegge il consumatore «dalle forme di vendita piramidali». L’azienda infatti sostiene di non operare un sistema piramidale, vietato dalla legge italiana, bensì un ‘banale’ network marketing.

Come chiarisce Maurizio Silvestri su Impresa Pratica, «il multi-level (MLM) o network marketing è una controversa strategia di marketing che prevede che i venditori siano compensati non solo per le vendite effettuate direttamente, ma pure per quelle compiute da altri venditori da essi reclutati».

La legge 173 disciplina invece la vendita diretta a domicilio, ossia «la promozione e distribuzione di prodotti e servizi al consumatore finale tramite la raccolta di ordinativi di acquisto presso il suo domicilio e comunque fuori dagli esercizi commerciali da parte di imprese che si avvalgono di incaricati di vendita». Mentre però questi ultimi guadagnano su ciò che riescono a vendere, i venditori multi-level hanno una doppia remunerazione: la provvigione sia sul prodotto direttamente venduto, sia sui prodotti venduti dai promotori che hanno arruolato – quindi, dall’intero ramo di venditori creati nel tempo.

Chi fa network marketing vuole distanziarsi dai sistemi piramidali, ma in realtà la differenza è sottile:

  • in un sistema piramidale l’incentivo economico primario è costituito dalla provvigione sul reclutamento,
  • mentre nel network marketing dalla provvigione sui prodotti venduti.

In molti Paesi (come nel nostro) il primo sistema è illegale mentre il secondo no.

«Quindi» – continua Silvestri – «se tu fai entrare delle persone nella tua rete senza vendergli nulla, ma semplicemente chiedendo loro dei soldi, stai commettendo un reato. Bene, tutte le aziende che fanno network marketing giocano proprio su questo cavillo, perché loro non ti chiedono soldi per entrare, no. Loro ti ‘vendono un kit di ingresso’. Cioè, per entrare nella rete devi sì pagare, ma per acquistare dei prodotti. Se tu non acquisti il kit (cioè non paghi) non hai alcun modo di entrare nella rete. In questo modo le aziende che fanno network marketing aggirano la legge».

Roberto Giovannini e Davide Orecchio, nel libro Piramide d’oro, realtà e miti del multilevel marketing (Avverbi edizioni), evidenziano come «quasi sempre le persone sono convinte ad aderire sulla base di mirabolanti promesse di ricchezza e di successo. Ma secondo i dati delle stesse aziende, la gran parte delle persone guadagna redditi tra i 200 e i 300 euro al mese. Solo lo 0,01% giunge alla ricchezza promessa. […] Il mondo del MLM utilizza tecniche di comunicazione e di coinvolgimento che spesso e volentieri assomigliano a quelle utilizzate da ‘sette’ o movimenti religiosi-culturali: convention di massa in cui si canta e si applaude i carismatici leader delle reti, costosi corsi di formazione che si viene ‘invitati’ a frequentare, un atteggiamento di ostilità verso chiunque abbia dubbi o critiche, l’obbligo di coinvolgere parenti e amici, ‘monetizzando’ i rapporti personali ed affettivi».

I venditori di ViSalus sono soggetti alla stessa tassazione dei venditori porta a porta: oltre 6.400 euro di provvigioni annue lorde si è obbligati ad aprire partita IVA con codice Ateco 46.19.02, identificato come «procacciatore d’affari di vari prodotti senza prevalenza alcuna», con obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS e di versamento IVA mensile o trimestrale. Le provvigioni percepite sono soggette a una ritenuta a titolo d’imposta del 23% da parte dell’azienda. La ritenuta deve però essere applicata sull’ammontare delle provvigioni percepite ridotte del 22% a titolo di deduzione forfettaria: il valore quindi dell’imponibile netto sul quale calcolare la ritenuta del 23% è infatti non l’intero ammontare, ma il 78%. La conseguenza dell’applicazione della ritenuta è inoltre che i venditori saranno esonerati dalla dichiarazione dei redditi.

Il mio contatto, in una telefonata post-webinar, sostiene che «la legge 173 è un vero paradiso fiscale: i clienti comprano tramite il sito di e-commerce che ogni promoter possiede con carta di credito o Pay Pal; io ricevo cinque pagamenti al mese dall’azienda tramite portale, ogni martedì più un conguaglio il 15, già detassati e spendibili. Dal portale li giro sul mio conto corrente».

La rete di venditori viene seguita da uno studio di commercialisti di Bologna, che (pare) abbia aperto a tutti una partita IVA al costo di 250 euro annui: le mie domande circa l’invio mensile della fattura all’azienda – prassi che ogni libero professionista segue con i propri clienti o committenti  – ricevono però risposte piuttosto evasive, e l’impressione che si ha è che le logiche di pagamento seguano un iter tutto loro.

«Questo è l’anno zero», continua, «nei prossimi due anni esploderà in maniera esponenziale: dal 2016 ad oggi siamo cresciuti del 540%, e ogni mese contiamo un 250% in più di clienti. Chi è dentro ora è destinato a essere un milionario seriale entro i prossimi cinque anni. È inevitabile: per continuare a crescere l’azienda deve continuare a creare linee sotto a quelle già esistenti».

I bonifici vengono ricevuti dall’estero, anche se al momentol’azienda, rintracciabile unicamente come Vi Services Srl, ha sede a San Marino e presenta licenze per offrire servizi e commercio di prodotti all’ingrosso.

La tipica pratica dello ‘zittire voci dissonanti’ è esemplificata in una segnalazione dello scorso 10 febbraio sul sito dell’Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori (ADUC). Appena viene ventilata l’ipotesi che ViSalus sia un sistema piramidale nascosto – perché ricordate, «il vero schema piramidale è il lavoro da dipendente» – i difensori dell’azienda si scatenano nel tentativo di umiliare e smentire chiunque avanzi dei dubbi circa la legalità dell’attività. Ed è la stessa dinamica che si instaura su forum come Al Femminile: nelle conversazioni in cui si dibatte l’efficacia dei prodotti ViSalus si inseriscono puntualmente promoter che ne confermano la validità. Nessun moderatore, nessuna voce fuori dal coro che consigli di consultare un dietologo prima di buttarsi a capofitto in una dieta senza controllo medico: i frullati vengono consigliati pure a una ragazzina di sedici anni, nonostante la giovane età e la fase critica di sviluppo in cui si trova il suo corpo.

Il ‘caso’ ViSalus solleva due tipologie di interrogativi che non possono essere ignorati.

  1. Il primo, relativo al regime alimentare che si sta raccomandando: per quanto mangiare sano possa risultare costoso, sostituire uno o due pasti con questi alimenti a buon mercato fa davvero bene? L’esercito di ex traslocatori, ex muratori, ex commesse, ex casalinghe, ex disoccupati che riempie le fila di ViSalus ha l’autorità e le conoscenza della materia per elevarsi al rango di nutrizionista e guru motivazionale?
  2. Il secondo, di ordine etico e legislativo: chi investe denaro nell’azienda è realmente destinato ad arricchirsi in fretta come descritto? Dove sono – se esistono – dati certi circa il fatturato dell’azienda e degli affiliati? I consumatori possono ritenersi tutelati a livello giuridico?

Di certo ora c’è solo il modus operandi che segue l’affiliazione: si cercano persone in difficoltà economica,disoccupate, che faticano a sbarcare il lunario o che sono oppresse dal fisco. Io stessa ho scoperto che il mio tentativo di reclutamento è stato dettato – oltre che dai potenziali contatti che potrei vantare – dal mio status di libera professionista schiacciata dalla pressione fiscale.

D’altronde non è una vita facile, quella dei giornalisti freelance. Lo sanno pure i promoter di ViSalus. Insider  Business