Zerocalcare in spagnolo, metto i riflettori sugli ezidi

MADRID – Zerocalcare ha messo i riflettori sugli ezidi in Iraq nel suo ultimo libro “No sleep till Shengal” perché trova interessante una comunità “che mette al centro la parità tra uomo e donna, e la ridistribuzione delle ricchezze”.
    Lo dice in intervista all’ANSA dal Salon del Comic di Barcellona, dove ha presentato la traduzione in spagnolo del suo tredicesimo libro – uscito in Italia ad ottobre scorso – dopo il successo di “Kobane Calling”, sulla lotta dei curdi in questa città contro lo Stato Islamico.
    Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech (Arezzo, 1983) racconta nel fumetto il viaggio che ha fatto a Shengal nel 2021 per una decina di giorni. “L’Iraq è un paese frammentato in mille zone di influenza diverse in cui ci stanno check-point dell’esercito iracheno, degli sciiti. Pezzi di strada che si potevano fare in tre ore di macchina le abbiamo fatto in tre giorni, venendo anche sequestrati, portati in caserma”, racconta. Dopo il massacro nel 2014 da parte dell’Isis degli ezidi a Sinjiar, si è stabilita dal 2017 l’autonomia di Shengal basata sui principi della rivoluzione curda. “È una società che mette al centro la parità tra uomo e donna, la ridistribuzione delle ricchezze, la convivenza pacifica fra tutte le religioni ed etnie. Dovremmo imparare anche noi qui”, sostiene.
    “Loro sono molto determinati a resistere, ma il problema è che ci deve essere un riconoscimento internazionale di quell’esperienza di Shengal”, aggiunge. Ma “la comunità internazionale guarda da un’altra parte perché la controparte è la Turchia, che è l’ago della bilancia di tante questioni e ci sono tanti motivi per cui non vogliamo scontentare la Turchia”.
    Il creatore di “La profezia dell’armadillo” ha cercato nel fumetto di “concentrare l’ironia sul mio personaggio, di ridere sulle mie paure, i miei pregiudizi, le mie debolezze per poi invece lasciare la parola a quelli che incontravo senza prender in giro loro”, spiega. Al fumettista, che lavora sulla nuova serie “Questo mondo non mi renderà cattivo”, che esce su Netflix quest’anno dopo il successo di “Strappare lungo i bordi”, interessa “raccontare alcune cose che non si riesce a raccontare nei mezzi tradizionali o farlo da un’angolazione diversa”.
   


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