26^ Sessione Annuale dell’Assemblea Parlamentare dell’OSCE a Minsk. Per il Titano Luca Santolini, Oscar Mina e Margherita Amici

Si sono aperti i lavori della 26^ Sessione Annuale dell’Assemblea Parlamentare dell’OSCE a Minsk, a cui partecipa la delegazione sammarinese composta dai Consiglieri Luca Santolini (Presidente) Oscar Mina e Margherita Amici.

La sessione di apertura è stata inaugurata dall’indirizzo di saluto del Presidente bielorusso Lukashenko, che ha sottolineato l’importanza di affrontare le questioni relative ai conflitti esistenti nell’area OSCE, auspicando l’organizzazione a breve di un vertice dei Capi di Stato con l’obbiettivo di rafforzare i principi fondatori dell’OSCE.

Un richiamo ai valori comuni è stato fatto anche dalla Presidente dell’Assemblea Parlamentare Christine Muttonen, che ha ricordato come la sicurezza della regione sia legata alla tutela dei diritti umani, alla stabilità politica, ad una crescita sostenibile, ad elezioni libere e democratiche e alla pace.

Nella mattinata odierna, il Consigliere Luca Santolini è intervenuto nell’ambito dei lavori della Commissione Affari Economici, Tecnologia e Ambiente, sulla proposta di risoluzione in materia di migrazione e cambiamenti climatici. Il Consigliere Santolini ha sottolineato che se è vero che, da un lato, una corretta gestione dei flussi migratori può portarli ad essere una risorsa per risolvere alcuni problemi annosi dei nostri Paesi, come l’invecchiamento strutturale della popolazione, dall’altro, per poterlo fare, devono essere sostenibili. Ma soprattutto, più che un’emergenza per i cosiddetti Paesi in prima linea, il fenomeno deve essere considerato come una nuova realtà permanente.

Il Consigliere Oscar Mina ha preso parte ai lavori della Commissione Affari Politici e Sicurezza, che ha discusso in materia di  sicurezza cibernetica, di partecipazione delle donne ai processi di pace e di lotta al terrorismo, tema per il quale la Commissione Permanente ha deliberato l’istituzione di una commissione ad hoc. Particolarmente acceso è stato il dibattito sui conflitti prolungati ed in particolare sulla situazione in Ucraina, introdotto dall’Ambasciatore Apakan, responsabile della Missione Speciale di Monitoraggio in Ucraina che è intervenuto in collegamento con l’Assemblea per fornire aggiornamenti sulle ripetute violazione del cessate il fuoco.

Il Consigliere Margherita Amici, membro della Commissione Democrazia e Diritti Umani, ha partecipato al dibattito sulla dimensione umana dell’OSCE; il dibattito si è focalizzato principalmente sulle problematiche legate alla questione dei migranti, con una visione corale sulla necessità di mantenere elevato il livello di tutela dei diritti umani per porre fine al fenomeno delle violazioni dei diritti fondamentali dei soggetti in cerca di rifugio o asilo politico. Forti giudizi negativi sono stati espressi rispetto allo sfruttamento della paura dei flussi migratori da parte dei governi a tendenza nazionalista per giustificare le politiche di esclusione dei migranti, sottolineando come la discriminazione, in nome della sicurezza, sia contraria ai principi dell’OSCE.

Minsk, 6 luglio 2017


INTERVENTO DEL CONSIGLIERE LUCA SANTOLINI

Grazie Presidente,

la presentazione di questa relazione ascoltata durante il Winter Meeting di Vienna mi aveva già particolarmente colpito e ora, con la relazione completa in mano, posso esprimere la mia massima soddisfazione per il lavoro svolto, sia al relatore, l’On. Tidei, che ai colleghi che hanno presentato emendamenti molto interessanti.

Credo sia fondamentale, in particolare, che oggi si ponga in un consesso importante come questo – in cui ben 57 Paesi si confrontano – un forte accento su un fenomeno potenzialmente, anzi ormai è bene definirlo DEFINITIVAMENTE, esplosivo, come quello migratorio, soprattutto legato ai cambiamenti climatici.

Grazie soprattutto al fondamentale lavoro di divulgazione e sensibilizzazione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change group, i cui rapporti – in particolare quello del 2014 – hanno definitivamente chiarito come alla questione climatica siano legati tutti gli aspetti di cui è solita dibattere la politica, dallo sviluppo economico dei nostri Paesi alla sicurezza dei nostri concittadini, si è arrivati a Parigi, nel dicembre 2015, con una diversa sensibilità, anche da parte di quei Paesi fino a quel momento meno interessati a queste tematiche.

Anche la Rep. di San Marino, che ho l’onore di rappresentare, ha deciso di firmare quel documento, in virtù del forte senso di responsabilità individuale e collettiva da cui è nato, e ha già iniziato a mettere in campo le prime iniziative necessarie alla sua attuazione.

Non nascondo, tuttavia, la forte preoccupazione della mia Repubblica per il fatto che quello che potremmo definire un “Paese-riferimento”, come gli Stati Uniti d’America, abbia deciso recentemente di abbandonare quegli impegni, svincolandosi da quella “responsabilità collettiva ma differenziata”, citata anche nella relazione dell’On. Tidei.

Preoccupazione evidentemente condivisa, visti i riferimenti contenuti sempre nella relazione, e che nasce, oltre che dalle conseguenze dirette sul raggiungimento degli obiettivi che tutti ci siamo posti – essendo gli Stati Uniti fra i primi Paesi al mondo per produzione di anidride carbonica CO2 – anche dal supporto che questa decisione può rappresentare per chi tenta di veicolare nell’opinione pubblica dei nostri Paesi teorie negazioniste, sconfessate dalla stragrande maggioranza della comunità scientifica, relativamente al surriscaldamento globale e alle sue nefaste conseguenze.

Il problema migratorio legato ai mutamenti climatici, ne sono convinto, diventerà nel corso dei prossimi decenni IL problema che questo consesso si troverà a trattare in un’ottica di sicurezza. A provocarlo saranno non solo le difficoltà crescenti di accesso alle fonti d’acqua in molti Paesi della fascia equatoriale e tropicale, ma anche la perdita di numerosissime specie viventi selvatiche, sia marine che terrestri, che ridurranno in maniera consistente l’indice di biodiversità del nostro pianeta e quello che il WWF definisce come il “capitale naturale”. Ecco, su questo aspetto, forse, servirà nei prossimi anni qualche riflessione in più all’interno di questa commissione, visto che i numeri stanno diventando critici.

Il depauperarsi di questo capitale minaccia infatti la sicurezza alimentare, oltre che idrica, delle nostre popolazioni, incide sul prezzo delle materie prime e, in definitiva, aumenta la competizione per le risorse, fomentando conflitti e migrazioni.

I numeri previsionali contenuti in questa relazione ne sono la dimostrazione, e la pressione migratoria che aumenta costantemente, anno dopo anno, ai confini meridionali e orientali dell’area OSCE ne rappresenta le prime evidenti avvisaglie.

E’ vero che, se gestiti correttamente, i flussi migratori possono diventare una risorsa per risolvere problemi annosi dei nostri Paesi, come l’invecchiamento strutturale della popolazione. Ma per poterlo fare, devono essere sostenibili, e soprattutto più che un’emergenza da gestire per i cosiddetti Paesi in prima linea, il fenomeno deve essere considerato oramai come una nuova realtà permanente, come ha sottolineato la relazione dell’On. Lombardi in sessione plenaria. Su questo, purtroppo, le ultime risposte date dai principali leaders europei all’ennesimo grido di aiuto lanciato dall’Italia nelle scorse settimane, ci lasciano con molte perplessità. Truppe schierate ai confini e chiusure dei porti non aiutano certamente l’elaborazione di una strategia comune.

Per cui come è stato già fatto più volte anche questa mattina in sessione plenaria, voglio concludere rinnovando anche io l’appello al ruolo dei parlamentari membri di questa assemblea affinché traducano le parole spese in queste sedute in pressione sui relativi governi, affinché si riescano a superare questi atteggiamenti di chiusura reciproca ed assumersi le proprie responsabilità sui temi in discussione, dalla tutela dell’ambiente, alla gestione delle migrazioni.