ACLI di Rimini: per la tutela del paesaggio del Montefeltro occorre una riflessione condivisa anche con i territori coinvolti

(Rimini, 14 maggio 2025) – A pochi giorni dalla nuova Conferenza dei Servizi convocata dalla Regione Toscana, che il 15 maggio potrebbe decidere in via definitiva sul progetto di impianto eolico industriale Badia del Vento previsto sul Monte Loggio – una zona ben visibile anche dal borgo di Pennabilli – le ACLI provinciali di Rimini desiderano invitare a una riflessione collettiva sul modello di sviluppo che si sta delineando per una delle aree più preziose dell’Appennino centrale.

Negli ultimi mesi sono stati presentati ben nove progetti per la realizzazione di impianti eolici di grande scala, localizzati tra l’Alta Valtiberina e la Valmarecchia, nel cuore dello storico territorio del Montefeltro. Si tratta di un’area che, oltre al suo straordinario valore paesaggistico e culturale, presenta anche caratteristiche ambientali delicate, in particolare per quanto riguarda la fragilità dei crinali montuosi e la loro vulnerabilità a dissesti idrogeologici.

Pur riconoscendo l’urgenza della transizione energetica e l’importanza delle fonti rinnovabili, riteniamo essenziale che tali trasformazioni avvengano in modo pianificato, condiviso e rispettoso dei territori. Il rischio, altrimenti, è che il legittimo obiettivo della sostenibilità si trasformi in un processo sbilanciato, in cui le ricadute ambientali e sociali gravano su comunità locali poco coinvolte nelle decisioni.

Preoccupa, infatti, l’assenza di un coordinamento progettuale tra le diverse proposte eoliche, che in alcuni casi risultano sovrapposte o prossime, tanto da sollevare interrogativi sulla fattibilità tecnica e sulla coerenza paesaggistica complessiva. Inoltre, le aree individuate per la realizzazione degli impianti coincidono in più casi con territori già segnati da fenomeni franosi e dissesti documentati nei piani di assetto idrogeologico, rendendo necessario un approccio estremamente cauto e trasparente.

Siamo anche consapevoli del valore simbolico, identitario ed economico che questi luoghi rappresentano. Il paesaggio del Montefeltro non è solo una bellezza da contemplare: è un bene comune, generatore di relazioni, economia diffusa, turismo sostenibile, cultura e presidio del territorio. In questi anni, diverse realtà locali hanno avviato progetti di rigenerazione, agricoltura sostenibile e accoglienza che rischiano di essere compromessi da un’eccessiva pressione infrastrutturale.

Per queste ragioni, le ACLI di Rimini si uniscono all’appello di associazioni e comitati del territorio affinché si apra un vero confronto pubblico, trasparente e partecipato, che coinvolga attivamente le comunità locali e si promuova una visione di transizione energetica che valorizzi le risorse ambientali esistenti, a partire dai boschi, dai suoli, e dai saperi custoditi nei territori appenninici.

Non possiamo permettere che scelte di questa portata vengano assunte senza un’attenta considerazione degli impatti cumulativi e dei valori in gioco. La transizione ecologica, se vuole essere davvero giusta, deve ascoltare le voci dei territori e costruire alleanze responsabili tra istituzioni, cittadini e imprese.

Inoltre, è importante sottolineare che la modalità con cui si stanno imponendo questi progetti sta generando tensioni e conflitti tra comunità, istituzioni e soggetti privati. Come ACLI, crediamo profondamente in una cultura della pace, che si fonda sul dialogo, sul rispetto reciproco e sulla partecipazione democratica. Il futuro dei territori non può essere deciso senza il coinvolgimento dei suoi abitanti, senza ascolto, senza fiducia.

Solo attraverso il confronto e la corresponsabilità, possiamo costruire insieme un modello di sviluppo che sia davvero equo, sostenibile e radicato nei valori della giustizia sociale e ambientale.

Ufficio stampa Acli provinciali di Rimini