AI Act: opportunità e sfide per startup e investitori tra innovazione e regolamentazione (di David Oddone)

Con l’approvazione dell’AI Act da parte del Parlamento Europeo, l’intelligenza artificiale (IA) è al centro di un nuovo quadro normativo che mira a proteggere i diritti fondamentali, promuovere l’innovazione e posizionare l’Europa come leader nel settore tecnologico. La legge rappresenta un passo cruciale per regolamentare l’uso dell’IA e stabilire obblighi specifici basati sul rischio associato alle diverse applicazioni. La Germania, in particolare, si distingue come pioniere nell’adozione e sviluppo di tecnologie IA, con investimenti significativi che riflettono l’ambizione del Paese di competere con potenze globali come Cina e Stati Uniti.

Parallelamente, l’Italia si sta attrezzando per entrare in questa corsa globale. Il governo italiano ha avanzato un disegno di legge che punta a sostenere le startup innovative, dedicando risorse specifiche per lo sviluppo di progetti IA e per l’applicazione in settori chiave dell’economia. L’obiettivo è creare un ecosistema in grado di stimolare l’innovazione, attrarre investitori e colmare il divario con i paesi più avanzati tecnologicamente.

 

Il contesto europeo e l’AI Act

L’AI Act europeo, approvato il 13 marzo 2024, è una normativa pionieristica che mira a stabilire regole chiare per l’uso dell’IA, proteggendo nel contempo diritti fondamentali e promuovendo la crescita tecnologica. La legge classifica i sistemi di IA in base al loro livello di rischio e impatto, imponendo requisiti specifici per ogni categoria, dal monitoraggio degli algoritmi fino alla gestione della sicurezza e della trasparenza dei dati. Questa regolamentazione rappresenta una risposta al crescente utilizzo di tecnologie IA in ambiti delicati, come la sorveglianza, la sanità e il settore finanziario.

Il dibattito sull’intelligenza artificiale ha preso piede in modo incisivo anche in Italia, come dimostra il convegno organizzato da IBAN a Milano lo scorso luglio. Durante l’evento, esperti e investitori hanno affrontato temi cruciali legati all’uso e alla regolamentazione dell’IA, analizzando il ruolo dei business angel e il modo in cui startup e venture capital possono guidare l’adozione di tecnologie IA.

 

Opportunità per gli investitori e sfide normative

Per startup e investitori, l’adozione dell’AI Act comporta nuove opportunità, ma richiede anche una profonda comprensione delle norme e degli adempimenti necessari per evitare sanzioni o danni reputazionali. Come sottolineato dall’avvocato Marilena Hyeraci durante il convegno, gli investitori devono acquisire una conoscenza approfondita delle normative applicabili per valutare adeguatamente i rischi connessi ai progetti IA, sia dal punto di vista legale sia dal punto di vista tecnologico.

Anche le startup sono chiamate a mappare le tecnologie IA che utilizzano e a garantire che queste siano conformi ai requisiti normativi, proteggendo al contempo la proprietà intellettuale. Investire in intelligenza artificiale significa non solo puntare sull’innovazione, ma anche capire i settori in cui le tecnologie IA possono fare la differenza, come nel caso dell’IA generativa o predittiva, due campi con un potenziale enorme in termini di ritorni economici.

 

La leadership della Germania e l’espansione dell’AI

Mentre l’Europa nel suo complesso sta cercando di stabilire un ruolo chiave nell’IA, la Germania emerge come una forza dominante. Con investimenti come quello di Microsoft, che ha promesso di iniettare 3,2 miliardi di dollari nell’infrastruttura di IA tedesca, il Paese si sta affermando come hub per la ricerca e lo sviluppo nel settore. La Germania ha anche erogato il più grande finanziamento singolo dell’UE per la ricerca sui dati cerebrali legati all’IA e ha annunciato l’intenzione di raddoppiare i finanziamenti destinati a questo settore.

 

Italia: il nuovo disegno di legge sull’IA

In Italia, il governo Meloni ha avviato un disegno di legge mirato a regolare l’uso dell’IA e a sostenere l’ecosistema delle startup tecnologiche. Tale provvedimento include l’introduzione di aggravanti per l’abuso dell’IA in reati come la truffa e il riciclaggio, oltre a risorse per creare un fondo da un miliardo di euro per supportare le imprese innovative. Questo fondo, gestito da Cdp Venture Capital, sarà suddiviso tra trasferimento tecnologico, supporto alle startup e investimenti in aziende mature pronte a scalare all’estero.

 

San Marino tra i primi 10 firmatari della Convenzione Coe sull’IA

San Marino non resta certo a guardare, anzi risulta tra i primi 10 firmatari del testo della Convenzione Quadro del Consiglio d’Europa in materia di Intelligenza Artificiale, Diritti Umani, Democrazia e Stato di Diritto. Ci sono Andorra, Georgia, Islanda, Moldova, Norvegia, Regno Unito, anche Israele e Stati Uniti e c’è la stessa Unione Europea .

Nel suo intervento, il Segretario Canti ha ribadito l’impegno della Repubblica a sostegno dei principi fondanti del Consiglio d’Europa, definendo la Convenzione “cruciale nel garantire che questi valori siano preservati di fronte al rapido progresso tecnologico che coinvolge ogni ambito della società”.

 

IA ormai strategica

L’intelligenza artificiale sta rapidamente diventando un settore strategico per il futuro economico e sociale dell’Europa. L’approvazione dell’AI Act e i passi in avanti di Paesi come la Germania e l’Italia mostrano come l’Europa sia decisa a giocare un ruolo di primo piano nella corsa globale all’innovazione tecnologica. San Marino deve farsi trovare pronta: per startup e investitori, comprendere e adattarsi rapidamente alle normative diventerà essenziale per poter capitalizzare sulle opportunità offerte da un settore in costante ed estrema crescita.

 

David Oddone

(La Serenissima)