Berlusconi, giro choc tra le macerie "L'Aquila in condizioni drammatiche"

Il premier sbigottito davanti a tanta devastazione consola i terremotati e dice: “E’ molto peggio di quanto si pensasse”. Pericolo crolli, l’ordinanza del sindaco ha chiuso il centro storico 

“Silvio aiutaci, non ho più nulla, non ho nemmeno i denti”. La richiesta di aiuto viene da una anziana signora che incontra Silvio Berlusconi durante il suo giro all’interno del centro storico de L’Aquila, che mostra evidenti ferite e lacerazioni dopo il terremoto di domenica scorsa. Il premier incoraggia l’anziana signora: «l’Italia risponde, facciamo il possibile». Poi un consiglio affettuoso: «cominci ad andare in un albergo. Vedrà che non la lasceremo sola!». E lei: «non vi dimenticate di noi che siamo qua».
L’incontro avviene a pochi passi dalla Casa dello studente, dove tanti giovani sono rimasti sotto le macerie. Il premier, che si muove con un pulmino della Guardia di Finanza, ogni tanto scende, guarda lo scempio provocato dal terremoto. Dobbiamo trovare altri posti in albergo, dice, perchè «il tempo della ricostruzione sarà lungo». Tra una sosta e l’altra, accompagnato dal Guardasigilli, Angelino Alfano, dal sottosegretario Paolo Bonaiuti e da Sergio Basti, responsabile delle emergenze dei Vigili del Fuoco, il premier chiede informazioni tecniche e particolari dei soccorsi; vuole sapere che cosa significano quelle crepe a forma di ‘x’ sui palazzi, sono le peggiori, gli spiegano, quelle che possono provocare il crollo dell’edificio.


Andando più in alto si arriva ad una zona
dove, ieri sera dopo 42 ore, una ragazza è stata estratta ancora viva dalle macerie. Lui si informa delle condizioni di salute di Eleonora e dice agli uomini del soccorso alpino che l’Italia è orgogliosa di avere dei soccorritori così efficaci. 

 

Poi in Piazza Duomo il colpo più doloroso: Berlusconi si guarda intorno sbigottito e dice «sono stato in questa piazza alcuni mesi fa per le elezioni».
Sottolinea poi la necessità di reagire a questa immane tragedia, perchè L’Aquila, dice, è una città «non solo ferita, ma in condizioni drammatiche, con edifici di grande valore storico che sono stati lesionati e che in qualche caso bisognerà abbattere e ricostruire secondo i progetti originali. Però è un lavoro veramente improbo su cui non si è in grado di fare nessuna previsione. Sui piccoli centri, invece, è più facile intervenire, perchè si fa piazza pulita di tutto, si fa una piattaforma generale sulla quale si costruiscono le strutture. Mentre quando si tratta di edifici storici il discorso si fa più serio».
In corso Vittorio Emanuele il premier, a cui è stato fatto indossare un elmetto rosso dei Vigili del Fuoco, per il pericolo di crolli, invita alcuni volontari a stare attenti ad evitare di stare sotto cornicioni pericolanti perchè una scossa di assestamento potrebbe far venire giù tutto e ci dicono che ci saranno ancora. «Bisogna chiudere tutto qui in centro». Insomma, il premier nel suo lungo giro si rende conto che la situazione è «molto peggio di quanto si pensasse». «Era importante che io venissi – spiega – ritenevo che la cosa riguardasse soprattutto le vecchie case. Avevo visto con gli elicotteri i paesi e avevo detto sono delle vecchie case quelle crollate, e invece è una cosa generale, non c’è una casa integra».


E spiega che continua a venire qui
perchè è opportuno rendersi conto di persona di quello che è successo. Poi incontra altri volontari e si raccomanda di stare attenti di evitare altre vittime. Annuncia che il ministro manderà l’esercito e che però bisognerà prima informare e preparare per non correre altri pericoli. «Poi, qui – conclude – non entra più nessuno».

 

L’ORDINANZA

Il sindaco de l’Aquila, Massimo Cialente, ha emanato un’ordinanza per la chiusura del centro storico della città. Lo ha annunciato lo stesso primo cittadino della città abruzzese motivandola per il pericolo di crolli.

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