Bologna e Forlì-Cesena, maxi operazione contro la criminalità cinese: 13 arresti e 31 denunce in tutta Italia

È scattata anche nelle province di Bologna e Forlì-Cesena una vasta operazione di polizia che, in tutta Italia, ha portato all’arresto di tredici persone e alla denuncia di altre 31, tutte legate – secondo le indagini – a circuiti criminali di matrice cinese. Il blitz, definito dalle autorità un intervento “ad alto impatto”, è stato messo in campo per arginare una serie di reati gravissimi collegati a immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, lavoro nero, contraffazione, spaccio di stupefacenti e detenzione illegale di armi.

Tra le attività illegali emerse nel corso delle indagini, spicca anche il ricorso al sistema hawala, un metodo di trasferimento di denaro sotterraneo e non tracciabile, che consente di spostare ingenti somme di denaro tra diversi Paesi senza l’intermediazione delle banche. Uno strumento che le organizzazioni criminali sfruttano per aggirare i controlli finanziari ufficiali e movimentare capitali legati a traffici illeciti.

Il blitz, coordinato a livello nazionale, ha visto impegnate le forze dell’ordine in una serie di perquisizioni mirate, soprattutto nei contesti dove la presenza della comunità cinese è più radicata. L’Emilia-Romagna, in particolare, è risultata una delle aree più coinvolte dalle operazioni, con interventi in diversi comuni del bolognese e del forlivese.

Le autorità stanno ora approfondendo la rete di contatti e flussi economici che ruotavano attorno agli arrestati, con l’obiettivo di smantellare l’intero sistema e colpire alla radice le strutture che alimentano i traffici illegali.

L’operazione è stata resa nota oggi, lunedì 4 agosto, e rappresenta – secondo gli inquirenti – un passo importante nel contrasto alla criminalità organizzata di stampo transnazionale che agisce sotto traccia, sfruttando la copertura di attività apparentemente lecite.