C’è un preciso stile che José Mourinho ha usato dal 2004 a oggi per sentenziare. Alzata di spalle, sguardo fintamente noncurante, broncio abbozzato giusto prima di dare il giudizio.
Dagli «zero tituli» dell’apogeo interista, allo «specialista in fallimenti» dedicato a Wenger. Queste massime, e il modo scelto per lasciarle ai posteri, hanno funzionato per anni, sintesi perfetta dei suoi metodi che ora sono ufficialmente fuori moda. Mou è stato cacciato dal Chelsea, era successo anche nel 2007 ma allora era finito un ciclo stavolta si è estinto un metodo. Non è solo Mourinho che viene bocciato, è la mourignite che ha fatto il suo tempo.
Metamorfosi mancata
Lo Special non ha perso il tocco magico, solo che quello che ha sempre usato non funziona più. Quando nel 2013 è tornato in Blues voleva un regno a lungo termine. Ha la stessa età che aveva Ferguson quando ha vinto il primo dei 13 titoli al Manchester ed era pronto per quell’evoluzione. Invece la metamorfosi si è interrotta, lui ha tentato di calmarsi poi ha ripreso a spremere i suoi e bersagliare i rivali: si sono stufati tutti.
L’unico brandello di verità in una stagione farsa sta nel commento sulla sconfitta contro il Leicester di Ranieri, la partita che gli è costata la panchina: «Sono stato tradito». Ha ragione, l’uomo capace di motivare più di chiunque altro (tanto che Ibra nella biografia ha scritto: «dopo un suo discorso sei pronto a morire per lui») ha completamente perso la gestione del gruppo. Doveva convertirsi in manager impegnato in piani quinquennali, ha mantenuto la presa stretta, guru della motivazione che a furia di spingere si è boicottato da solo. Lo hanno congedato senza un sostituto pronto e ora il Chelsea è persino disposto ad affidarsi temporaneamente a Hiddink, reduce dal disastro con l’Olanda, pur di voltare pagina. Del resto stanno un punto sopra la zona retrocessione.
Come raccontano gli interisti dei trionfi 2010, Mou prosciuga, si fa coinvolgere totalmente e pretende la stessa dedizione, uguale foga. Quando al Chelsea hanno capito che la fase due non sarebbe mai scattata e che scattavano sempre e solo i nervi di José lo hanno abbandonato, un gioco che riesce benissimo ai calciatori.
Tecnica che logora
Non è che Mou sia il solo profeta dell’aggressività costante in disarmo. È proprio la tecnica che è logora. Troppo sfruttata, ormai abusata. In generale tutti gli allenatori che si vantano di non ascoltare mai nessuno e promuovono il pensiero unico faticano.
Louis van Gaal aspetta rassegnato l’esonero dopo aver accompagnato il Manchester United fuori dalla Champions League. A una stagione anonima ne è seguita un’altra bolsa e ormai è sopportato. Se lo tengono solo perché l’idea del cambio in corsa non entusiasma nessuno. Rafa Benitez è ancora in Europa però sta dietro il Barcellona in Liga. Non piace a Ronaldo, non piace al pubblico, piaceva al presidente Perez che è uno tra i più umorali del pianeta ed è già deciso a sostituirlo con Zidane. Si tratta solo di capire quando.
I tecnici prime donne hanno stancato. Quelli con un passato glorioso e pure gli imitatori. Come Garcia che si è sentito Mou per una settimana, ha messo la chiesa al centro del villaggio e quella dopo è uscito lui. Fuori giri ancor prima di essere fuori dalla porta.
La Stampa