“Caso Titoli”. Certe inquietanti ombre su AdessoSm, “ormai sono certezze, oggi abbiamo le prove!”. Fu associazione sovversiva? Ce n’è abbastanza per un’indagine penale in tal senso sulla politica, l’amministrazione della giustizia e l’informazione? … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Se nel corso delle udienze del processo che ha portato alla condanna in primo grado del Commissario della legge Alberto Buriani, “padre” di un po’ tutte le inchieste che hanno determinato lo smantellamento di una intera classe dirigente e generazione politica, aprendo la strada all’affermazione del governo AdessoSm composto dai “nipotini” di Alleanza Popolare, oggi Repubblica Futura, e dall’ormai sciolto Ssd, nonché dell’allora Segretario di Stato alle Finanze (Ssd) Simone Celli… Se -dicevo- nel corso del Processo “Buriani-Celli”, la testimonianza del Presidente di Banca Centrale Catia Tomasetti, sotto giuramento, ha gettato -fra l’altro- ombre pesanti relativamente ad una serie di possibili intrecci fra “cricca” e precise componenti politiche, “offuscando” anche uomini di primo piano di Rf (eloquente, ad esempio, la rivelazione di una sorta di invito che Celli avrebbe rivolto alla stessa Tomasetti affinché “si avvicinasse a Mario Venturini, presidente di Rf, e Nicola Renzi, all’epoca Segretario di Stato agli Esteri, sempre di nomina Rf – leggi qui e leggi qui), la testimonianza rilasciata il 13 marzo scorso dall’attuale Segretario di Stato alle Finanze, Marco Gatti (Pdcs), ha trasformato almeno alcune di queste ombre in quelle che, secondo lui, sarebbero certezze.

Soprattutto sul ruolo del finanziere lucano Francesco Confuorti, già indicato dal Ministro agli Interni Gian Nicola Berti, nei mesi scorsi, come una sorta di “capo (occulto, ndr) del governo AdessoSm” (leggi qui), peraltro -come emerge da altri atti giudiziari e testimonianze- vertice di quella AdvFinancial dalla cui casella email sarebbero state inviate anche bozze di decreti è bozze di comunicati stampa al Segretario di Stato alle Finanze dell’epoca.

C’è un passaggio della deposizione testimoniale di Gatti (di cui abbiamo parlato anche ieri – leggi qui) che non lascia adito ad interpretazioni diverse da quelle letterali. Un passaggio che potremmo definire chiave e che, se confermato -come il fatto di averlo rilasciato sotto giuramento lascia intendere- rappresenterebbe un nuovo spartiacque nella ricostruzione dello scorso decennio, forse il più drammatico per la Repubblica (sia in termini di Diritto che economico-finanziari) dal dopoguerra ad oggi.

Segretario Gatti -gli ha chiesto la Procura Fiscale (l’accusa per intenderci) rappresentata da Roberto Cesarini– “per Cassa di Risparmio ha prove, ritiene comunque di aver avuto certezze in merito al fatto che Confuorti potesse essere dietro a tutto il cambio della governance, all’operatività di Carisp, quindi che c’era un tentativo di scalata?

Confuorti -è stata la risposta, testuale, di Gatti- aveva un grande ascendente sia sul governo (AdessoSm, ndr) che sulla Segreteria di Stato alle Finanze di allora. Il cambio dei vertici di Cassa di Risparmio l’ha deciso il governo, ma è difficile lo abbia fatto da solo, anche perchè non era un governo che aveva particolari competenze in materia finanziaria, quindi si appoggiava a qualcuno”.

Non avevate però -lo ha incalzato l’accusa- certezze che fosse…

Oggi ce le abbiamo”!, è stata la lapidaria risposta di Gatti. Che ha poi rincarato: “Oggi abbiamo le prove! (…) Oggi mi sembra che quello che sta emergendo è che c’è una forte correlazione” con “la Segreteria delle Finanze di allora” visto che “ogni decisione passava comunque per una consultazione di un soggetto con il quale non aveva nessun tipo di contratto, perchè non mi risulta che la Segreteria di Stato avesse un contratto con la società di Confuorti” poiché “quando sono entrato nella Segreteria delle Finanze non ho trovato contratti di collaborazione” fra le stesse parti. “Non ho trovato carte” e ciò “vuol dire che se c’era una relazione tra loro (e c’era viste le email oggi svelate, ndr – leggi qui) non era comunque dettata da un contratto in essere. Questo è preoccupante, non è certo una cosa positiva…”.

Altre ombre, pesanti, si aggiungono alle precedenti e si abbattono, anche questa volta, ancora una volta, su precise componenti e individualità di primo piano di quel governo formato attorno a Repubblica Futura e Ssd che ha visto la “Cricca” arrivare al momento di massimo “splendore” e potere. E, al contempo, di maggior danno economico, di “appeal” verso gli investitori e di immagine internazionale per il sistema San Marino nel suo complesso. Non è un caso, del resto, che -come affermato da Gatti sotto giuramento, rispondendo al Procuratore del Fisco durante il processo “caso Titoli”- oltre al governo AdessoSm anche Banca Centrale sotto la guida del Presidente Wafik Grais (il quale “aveva una gestione molto particolare della banca centrale, dove imponeva delle decisioni e dove chi non era d’accordo con lui veniva azzerato”) sembrasse talvolta “eterodiretta” da Confuorti. In quel periodo, Bcsm -ha spiegato lo stesso Gatti- arrivò addirittura a bloccare l’avvio dell’operatività della “centrale rischi, che era un elemento che doveva portare alla firma di un memorandum di intesa per lo scambio di informazioni tra le autorità di Banca d’Italia e Bcsm”… Ma questo delicato aspetto, che arrivò a “minacciare” i rapporti fra la Repubblica e la vicina Italia, lo approfondiremo nei prossimi giorni…

In ogni caso sembra che, unendo un po’ tutti i puntini disseminati fino ad ora nelle udienze dei non pochi processi in corso, ce ne sia abbastanza per rendere doveroso -nella prossima legislatura- l’insediamento di una Commissione Parlamentare di inchiesta finalizzata ad individuare eventuali complicità e responsabilità (magari inconsapevoli) in componenti esterne -politica, amministrazione giudiziaria, media, dirigenti e funzionari pubblici, ecc- ma funzionali alla concretizzazione dei piani della “cricca”… E, apparentemente, vista l’obbligatoria anche sul Titano dell’azione penale, ce ne potrebbe essere abbastanza addirittura per aprire una indagine approfondita e seria finalizzata a sgominare una associazione a delinquere, se non addirittura sovversiva, che potrebbe andare ben oltre i confini, i nomi e i ruoli, della ormai nota “Cricca”. Sempre che, una simile indagine, non sia -come logica farebbe supporre- già segretamente aperta ai Tavolucci…

Enrico Lazzari