CDLS: Frontalieri: uscire dalla precarietà fiscale

“Il lavoro frontaliero: diritti, doveri e tutele dei lavoratori frontalieri”. E’ il tema del seminario che ha aperto i battenti oggi a Firenze al centro studi nazionale della CISL. Ai lavori anche il vice segretario CDLS, Luca Montanari. La priorità: l’uscita dalla precarietà fiscale per oltre 6mila lavoratori italiani occupati sul Titano.  Il seminario, organizzato dalla CISL, ha come filo conduttore il confronto delle realtà frontaliere di Austria, Slovenia, Svizzera, Francia e San Marino nel contesto del mercato trans-nazionale e della mobilità europea. Con al centro gli aspetti sociali, previdenziali, fiscali e sanitari.
Per la CDLS al primo posto c’è il nodo della doppia tassazione. Spiega Montanari: “I lavoratori frontalieri occupati a San Marino da sette anni vivono in uno stato di precarietà fiscale legato alla doppia tassazione dei redditi inserito annualmente nella Legge Finanziaria. Doppia tassazione che si traduce in tagli pesanti alla busta paga e  che rappresenta una discriminante rispetto ad altre importanti  aree del frontalierato, come la Svizzera e il Vaticano, dove la tassazione è prevista solo nel paese dove si produce il reddito”.
“La nostra proposte è chiara – continua il vice segretario CDLS –  in base agli accordi internazionali, la questione fiscale dei frontalieri sammarinesi deve uscire dalle competenze della Legge Finanziaria, per concordare una legge ordinaria definitiva e con abbattimenti fiscali superiori all’attuale bonus di 8 mila euro. Bonus prorogato fino al 2010 e assolutamente inadeguato rispetto al progressivo aumento del costo della vita”.
 I numeri dei frontalieri aggiornati a dicembre 2009
A cura dell’Ufficio Studi CDLS  Il numero dei frontalieri occupati a San Marino al 31/12/2009 è di 6.275 unità (il 75% maschi), corrispondenti al 40,2% degli occupati del settore privato, che alla stessa data sono per la precisione 15.596. Rispetto al 2008 i lavoratori provenienti da oltre confine sono diminuiti del 4,17% equivalente a -270 unità.
I lavoratori frontalieri all’inizio degli anni ’90 erano poco più di mille, sono raddoppiati nel 1993 e nel 1998, mentre a fine anni ’90 hanno raggiunto quota 5.000. Nel periodo 2000-2009 sono aumentati di 1.453 unità, ma l’andamento è stato piuttosto contrastato: a fronte di aumenti record nel 2001 e 2007 si sono registrate diminuzioni nel 2003, 2005 e 2009.
Il 26,7% dei lavoratori frontalieri svolge mansioni direttive, il 7% mansioni impiegatizie non specializzate, un altro 3.1% sono autisti e magazzinieri, il 25,5% ha una professionalità operativa specializzata e il 37,6% sono operai comuni e qualificati.
Il numero più alto dei lavoratori provenienti da oltre confine si riscontra nel settore edile con il 58%. Un’incidenza intorno al 44% si riscontra nei settori dell’installazione degli impianti e del 51% nei trasporti e nelle comunicazioni. Nei servizi sono il 37%, mentre nel settore industriale il 44%  e nel commercio il 40%.
Oltre 1.900 frontalieri provengono da Rimini e 429 da Verucchio. Altri 337 vengono da Santarcangelo, seguono Coriano, Riccione, Novafeltria, San Leo e Montescudo.
Il 38% ha un’età compresa fra i 30 e i 39 anni, il 35% fra i 40 e 49. I giovani fino a 30 anni sono 801, mentre coloro che hanno superato i 50 raggiungono quota 870.
Il 9% dei frontalieri è laureato, il 34% ha conseguito un titolo di scuola media superiore o professionale, il 33% ha la licenza media e il 15% quella elementare.