Una vicenda familiare finisce nei tribunali penali con un’accusa pesante: falsa testimonianza. A finire imputata è un’anziana di 86 anni, trascinata in aula dal suo ex genero, un 51enne cesenate, che l’ha denunciata nel contesto di un divorzio burrascoso con la figlia.
Tutto nasce da una separazione fortemente conflittuale tra marito e moglie, sfociata inizialmente davanti al giudice civile. Ma con il tempo, il caso ha assunto contorni più gravi, arrivando fino al penale. L’anziana donna, chiamata a testimoniare durante il procedimento civile, avrebbe – secondo l’accusa – omesso volutamente informazioni rilevanti. In particolare, avrebbe dichiarato di non sapere nulla della relazione extraconiugale della figlia, circostanza che, sempre secondo il 51enne, sarebbe invece stata nota alla donna.
Ora, per la Procura, si tratta di una falsa testimonianza a tutti gli effetti: dichiarazioni “non veritiere o reticenti”, che rientrano nel reato previsto dall’articolo 372 del codice penale. Le conseguenze non sono leggere: la pena va da due a sei anni di reclusione. Il procedimento si celebra davanti al giudice Ramona Bizzarri.
Un caso raro, che accende i riflettori sui rischi penali legati alle testimonianze nei processi civili, specie quando – come in questo caso – i rancori familiari diventano micce esplosive.