Che bellezza! Se candidano Sinner, al posto di Kamala, vince. … di Sergio Pizzolante

Ho sentito l’applauso all’ingresso nello stadio, come per l’americano Taylor.
Rispetto per un grande.
E che stadio! 24 mila persone, come una convention democratica o repubblica.
Si pensava l’ira di Dio verso Jannik e invece un pubblico educato, moderato, democratico diciamo, per niente trumpiano.
E c’erano tutti. Tutti, tutte le grandi star americane, anche Taylor, Swift, la star che pesa quanto una finanziaria in Italia, che, dicono, può spostare la vittoria verso Kamala e che invece non ha spostato la vittoria verso Taylor, Fritz.
E i grandi attori, le star del basket fresche di medaglie d’oro alle olimpiadi, i giganti del Baseball e Elon Musk, trumpiano che interferisce sul clima e sulle guerre ma che guarda impotente Jannik.
Li ha battuti tutti.
Delle 6 vittorie, 5 sono contro gli americani, 1 contro un russo.
Le ha suonate ai russi e agli americani, canterebbe Lucio Dalla… i russi e gli americani.
Con affianco una bella ragazza russa che alla fine lo bacia.
E’ tutto vero? E’ vero.
Il Presidente della Federazione Tennis americana, la più potente del mondo, che una volta dominava le classifiche del mondo, dice a Fritz che è lui la guida di una nuova generazione di tennisti americani, Sinner li ha battuti tutti, in una settimana, l’ultimo sotto gli occhi di Agassi, l’ultimo grandissimo.
E’ vero? E’ vero!
E per fare tutto questo e’ bastato l’80 per cento di Sinner.
E ha fatto tutto questo dopo 5 mesi che avrebbero fatto esplodere chiunque. Chiunque.
L’accusa di doping, le indagini, la sentenza,
Le polemiche degli imbecilli.
Gigantesco.
E lui che fa? Che dice?
Qual è la morale che ricava da tutto questo?
Eccola: ho capito che la testa è tutto, ho capito che devo migliorare, la battuta non è stata granché, ho capito chi mi è amico e chi no, dedico la vittoria a mia zia che sta male e che non starà più molto nella mia vita.
Punto, game, partita. Storia.
Ma è italiano questo qui? Boh…
Non lo so, so che i miei nipoti mi piacerebbe diventassero suoi concittadini.
Meraviglia.
Sergio Pizzolante
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