Commercialisti sammarinesi sul piede di guerra, ecco la lettera

On.le
CONGRESSO DI STATO
=SUA SEDE=

San Marino, 29 marzo 2010 – prot.038
Oggetto: Decreto Legge 25 marzo 2010 n.40 (Decreto Incentivi Tremonti)
(GU n.71 del 26.3.2010)

L’Ordine dei Dottori Commercialisti ed il Collegio dei Ragionieri hanno molto apprezzato l’invito a partecipare all’incontro odierno tra il Governo e gli operatori economici sammarinesi.
Nonostante i ristretti tempi a disposizione per l’elaborazione di nostre proposte, i nostri ordini hanno tuttavia già approfondito al proprio interno anche il tema di questa minacciosa novità del decreto cd. “incentivi”.
Allo stesso modo di come hanno affrontato, in particolare, tutte le problematiche negative subite dal nostro Paese e dal suo sistema economico dalla nota circolare di Bankitalia sugli obblighi di adeguata verifica rafforzata, quindi da gennaio 2009 in poi.
I rapporti italo-sammarinesi in questo periodo hanno subito un’involuzione rapida e imprevedibile, in un crescendo impressionante che a noi pare abbia tutti i connotati di una aggressione verso San Marino.
Però va detto che a noi non è dato di conoscere tutti gli aspetti e tutti gli eventi relativi ai rapporti italo-sammarinesi e quindi ci è difficile esprimerci compiutamente e definitivamente.

Tuttavia siamo intenzionati a fare la nostra parte, come abbiamo già fatto nel mese di maggio 2009, quando il Governo era impegnato nelle trattative con l’Italia per le modifiche alla Convenzione contro le doppie imposizioni.
Allora consegnammo al Segretario di Stato per gli Affari Esteri un articolato parere tecnico, che prefigurava soluzioni adeguate ed idonee per la nostra realtà economica.
Oggi, dopo un’attenta lettura dell’art.1 del decreto in oggetto, ma soprattutto dopo avere letto articoli e dichiarazioni su media e siti web italiani e sammarinesi, ci siamo fatti l’opinione che si stia preparando un ultimo ferale colpo di scure su San Marino e la sua economia.
Ci pare infatti di poter sintetizzare che dall’Italia piovano accuse sulla scarsa collaborazione che le istituzioni sammarinesi offrirebbero a quelle italiane per smascherare le frodi dell’IVA e che quindi il Governo italiano sarebbe intenzionato a stringere un ulteriore laccio al collo dell’economia sammarinese, imponendo la segnalazione telematica all’Agenzia delle Entrate a tutti gli operatori italiani che cedono od acquistano beni e servizi con la Repubblica di San Marino.
Questo nonostante il fatto che San Marino non sia nella black-list italiana riservata alle società.
Ciò pur in presenza di inequivocabili atti ed iniziative del Governo concretizzatisi in nuove leggi e nuovi uffici di controllo sulle attività economiche e di collegamento ai fini della collaborazione con l’Italia.
Evidentemente non abbiamo tutti gli elementi per formarci obiettivamente un’idea completa e reale della situazione nei rapporti politici tra Italia e San Marino, purtuttavia siamo in grado di valutare l’estrema gravità di quello che potrebbe accadere se San Marino non fosse tenuta fuori dal novero dei paesi inseriti nella black-list dal decreto attuativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Sarebbe un fatto assolutamente devastante, in quanto dal prossimo mese di luglio assisteremmo a crolli verticali dei fatturati delle aziende sammarinesi, con conseguente fuga di imprese da San Marino, con tutto quel che ne consegue con un “effetto domino” rovinoso, che neppure vogliamo immaginare.
E’ un evento che non possiamo assolutamente permetterci e pertanto va scongiurato fin d’ora ogni anche ventilato rischio che ciò avvenga.
Per questo motivo i nostri due ordini professionali, ben consci e preoccupati di quanto testè espresso, ritengono di dover ragionevolmente chiedere al Governo di questa Repubblica un intervento deciso e tempestivo per evitare che ciò avvenga.

Non c’è ormai più tempo per organizzare altri interventi, di per sé auspicabili, come ad esempio un migliore controllo del territorio. La nostra proposta ha i caratteri dell’immediatezza e della funzionalità allo scopo di evitare l’applicazione a San Marino del cd.Decreto Incentivi.
Sicuramente ha dei risvolti penalizzanti per molte aziende sammarinesi, che invece ben si comportano nel rispetto delle leggi, ma riteniamo sia meglio essere parti diligenti e programmare le scelte del Paese, prendere decisioni pesanti oggi, piuttosto che ritrovarci fra qualche mese a parlare di “sopravvivenza” di San Marino.
In buona sostanza riteniamo che il nostro Governo debba raggiungere un accordo politico di normalizzazione dei rapporti italo-sammarinesi, proponendo:

1. l’emissione di fatture in esportazione verso l’Italia con esposizione dell’IVA prepagata, sia su beni ma anche eventualmente sui servizi;
2. l’utilizzo, in alternativa, del Rappresentante Fiscale ai fini IVA in Italia, sia per vendite di beni che di servizi;
3. il listing di fatture di servizi in esportazione, oltre a quello già in atto per le fatture di vendite di beni;
4. l’impegno a introdurre il sistema dell’IVA europea entro un certo termine.

Crediamo infatti che con tali iniziative tempestive ed unilaterali San Marino possa stroncare immediatamente ogni tentativo di truffe “carosello” o “attraverso cartiere” che così tanto danno cagionano nei rapporti con l’Italia.
In fondo sarebbe così raggiunto per l’Italia, con l’aiuto di San Marino, l’obiettivo dichiarato nel decreto delegato, ossia “il recupero di gettiti da destinare al Fondo per incentivi e sostegno della domanda in particolari settori”.
Nel restare a disposizione, si porgono deferenti ossequi.

Il Presidente O.D.C.
(Dott. Marino Albani)

Il Presidente C.d.R.
(Rag. Gian Enrico Casali)