Il Conclave 2025 (dal latino ‘cum clave’, ovvero, letteralmente, ‘chiuso a chiave, sottochiave) è la riunione dei cardinali elettori che si ritrovano nella Cappella Sistina per eleggere il successore di Pietro alla morte del Papa.
L’origine del Conclave
L’origine del Conclave risale al Duecento. Il termine è stato usato la prima volta nel 1270 quando, dopo oltre 1000 giorni di nulla di fatto, i cittadini di Viterbo, allora sede papale, rinchiusero i cardinali a chiave in modo che potessero eleggere il nuovo Papa, Gregorio X. Il primo pontefice eletto “cum clave” nel 1118 fu Papa Gelasio II, nel Monastero di San Sebastiano sul Palatino, mentre proprio l’elezione papale del 1268-1271, tenutasi a Viterbo dopo la morte di Clemente IV e la successiva elezione di Gregorio X, fu la più lunga nella storia della Chiesa.
I numeri del Conclave
Per quanto riguarda i numeri, sono 133 i cardinali elettori, ovvero quelli sotto gli 80 anni. I cardinali elettori europei sono 52, 4 i centroamericani, i sudamericani sono 17, i nordamericani 16, gli africani 17, gli asiatici 23, i porporati dell’Oceania 4. A dare un volto ‘nuovo’ al Conclave è stato proprio Papa Francesco che ha nominato diversi cardinali espressione del mondo del francescanesimo e delle periferie del mondo. Per eleggere il nuovo Papa serve la maggioranza dei 2/3 dei voti: con 133 cardinali elettori il quorum è di 89.I cardinali risiederanno tra Santa Marta Vecchia e Santa Marta. Le stanze sono state assegnate per sorteggio.
Le tappe del 7 maggio, data di inizio del Conclave 2025
Lo start domani mattina con la messa Pro Eligendo Romano Pontifice. Domani pomeriggio dalle 16.30 il via alla processione che porterà i cardinali dalla Cappella Paolina alla Cappella Sistina.
Una volta entrati nella Cappella Sistina i cardinali prestano giuramento, la porta viene chiusa e nulla arriva al mondo esterno se non la ‘fumata’ dal comignolo, montato appositamente e collegato alla cosiddetta ‘Stufa del Conclave’, stufa in ghisa di forma cilindrica. La stufa ha due sportelli: uno inferiore, per accendere l’innesco, e uno superiore dove introdurre i documenti da bruciare. Su quest’ultima sono incise le date di elezione e i nomi degli ultimi sei Papi. Dopo ogni scrutinio le schede vengono bruciate per comunicare al mondo l’esito della votazione. La fumata nera comunica la mancata elezione del Papa, la fumata bianca al contrario annuncia l’avvenuta elezione una volta raggiunta la soglia necessaria.
Le votazioni
Per quanto riguarda le votazioni il primo giorno si tiene un solo scrutinio. Dal secondo giorno il ritmo delle votazioni è di 4 al giorno, 2 al mattino e 2 al pomeriggio. Per quanto riguarda le fumate ne sono previste 2: una alle 12 e una alle 19. In caso di elezione del Papa, però, si potrebbe avere una fumata di mezzo. In questo caso alle 10.30 di mattina o alle 17.30 il pomeriggio Dopo l’elezione il Papa è chiamato ad accettare.
Cosa succede dopo l’elezione del Papa
Dopo la sua proclamazione, il papa neoeletto si ritira nella ‘Stanza delle lacrime’, ovvero nella sacrestia della Cappella Sistina, per indossare per la prima volta la talare bianca e i paramenti (tipicamente l’abito corale e la stola), con i quali si presenterà in pubblico dalla Loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro. Il nome di tale luogo deriva dal fatto che, si presume, in tale stanza il neo-pontefice scoppi in lacrime per l’emozione e per il peso della responsabilità del ruolo che è chiamato a svolgere. Nella sacrestia vengono predisposti abiti e paramenti papali di tre diverse misure, così che almeno un completo possa approssimativamente adattarsi alla taglia del nuovo eletto.
Famosa in proposito è la vicenda di Giovanni XXIII, pontefice piccolo di statura e dal fisico particolarmente robusto: per adattare alla sua persona gli abiti della misura più ampia fu necessario praticare grandi tagli alla stoffa e inserirvi delle spille da balia. Successivamente il Papa torna nella Cappella Sistina con i paramenti papali dove si tiene la preghiera per il nuovo Pontefice e il saluto con i cardinali.Terminata questa fase arriva il momento dell’annuncio dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro che viene dato dal cardinale protodiacono. È il momento della famosa formula ‘Annuntio vobis gaudium magnum, Habemus Papam’.
Il mondo conosce così il nuovo successore di Pietro che, dopo pochi minuti, si affaccia per un saluto. Inizialmente il cerimoniale prevedeva solo una benedizione perché le prime parole del Papa erano previste alla Messa di Intronizzazione. Fu San Giovanni Paolo II con il suo ‘Se mi sbaglio mi corrigerete’ a rompere il cerimoniale con un momento passato alla storia come è passato alla storia il ‘Buonasera’ con cui Papa Francesco si è presentato il 13 marzo del 2013 quando il mondo conobbe il Papa venuto dalla fine del mondo.
Antonio Modaffari, lapresse.it