Con l’elezione di un nuovo Pontefice ormai alle porte, l’attenzione del mondo cattolico si concentra su Pietro Parolin, attuale Segretario di Stato Vaticano, considerato da molti il candidato più accreditato per guidare la Chiesa dopo la scomparsa di papa Francesco.
Al momento sono 135 i cardinali elettori che entreranno in Conclave per scegliere il prossimo Papa, una cifra superiore alla soglia tradizionale dei 120 stabilita dalla Costituzione apostolica Romano Pontifici Eligendo, ma già più volte superata dai predecessori di Francesco, incluso Giovanni Paolo II. Unico possibile escluso, il cardinale spagnolo Carlos Osoro Sierra, che compirà 80 anni il prossimo 16 maggio.
Tra i nomi che circolano con maggiore insistenza, Parolin spicca per il suo profilo istituzionale, la lunga esperienza diplomatica e il ruolo centrale all’interno della Curia Romana. A lui si affiancano candidati di peso come Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna noto per l’impegno sociale e il dialogo interreligioso, il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, e figure internazionali come l’ungherese Peter Erdo, il francese Jean-Marc Aveline, l’olandese Willem Eijk, il filippino Luis Tagle, il congolese Fridolin Ambongo Besungu, e il brasiliano Leonardo Ulrich Steiner.
La composizione dell’elettorato cardinalizio riflette una Chiesa sempre più globale, meno ancorata all’asse europeo e italiana, come dimostrano le recenti nomine di Francesco. Degli attuali elettori, 108 sono stati creati da papa Bergoglio, 22 da Benedetto XVI e solo cinque da Giovanni Paolo II. Il Collegio appare quindi fortemente influenzato dalle scelte di Francesco, anche se non mancano all’interno di esso voci critiche o posizioni conservatrici, soprattutto tra i cardinali africani e in alcuni settori teologici.
L’ultimo Concistoro, tenutosi lo scorso 7 dicembre, ha ulteriormente consolidato questa direzione, suggerendo che Francesco volesse garantire una “riserva strategica” di elettori nel caso in cui si rendesse necessario un rapido passaggio di consegne.
Oggi, l’Europa conta 59 cardinali, di cui 19 italiani. Seguono le Americhe con 37 (16 Nord America, 17 Sud America, 4 Centro America), l’Asia con 20, l’Africa con 16 e l’Oceania con 3. Questa distribuzione geografica evidenzia una Chiesa più attenta alle cosiddette “periferie esistenziali”, ai contesti fragili e alle comunità in crescita nei Sud del mondo.
Il prossimo Pontefice dovrà affrontare sfide complesse, dal ruolo politico della Chiesa in un mondo segnato da guerre e cambiamenti accelerati, fino ai temi etici e ambientali, passando per la tenuta della fede in contesti secolarizzati.
Interessante anche la componente degli ordini religiosi: saranno 34 i cardinali provenienti da congregazioni, tra cui 5 Salesiani, 4 Gesuiti, 4 Francescani, 2 Domenicani, 2 Redentoristi, 2 Verbiti e altri ordini minori. Il cardinale più giovane sarà Mykola By?ok, 45 anni, vescovo ucraino, mentre il più anziano tra gli elettori è proprio Osoro Sierra, seguito dal guineano Robert Sarah.
Con un profilo sobrio ma influente, una vasta rete di relazioni internazionali e una visione moderata, Parolin rappresenta il volto di un possibile pontificato di continuità, ma capace di dialogare con un mondo in evoluzione, in linea con lo spirito sinodale e aperto che ha segnato l’era bergogliana.