Faenza, centro storico invaso dalla paretaia: rischio allergie e allarme igienico a livelli record. Può creare patologie anche gravi

Il cuore della città è soffocato da un nemico silenzioso: la paretaia, erba infestante nota per i suoi potenti effetti allergenici, ha conquistato ogni angolo, trasformando strade e monumenti in un terreno fertile per pollini e disagi.

La sua espansione, favorita dalle recenti piogge e dalla mancanza di interventi tempestivi, ha raggiunto dimensioni mai osservate prima. Via Cavour, via Pascoli, via Castellani e persino gli spazi intorno a scuole, musei e monumenti storici sono stati letteralmente colonizzati. Clamoroso il caso del chiostro della Biblioteca, dove la vegetazione incontrollata ha creato veri e propri cespugli selvaggi.

A lanciare l’allarme è anche Domenico Guerra, veterinario in pensione e appassionato di botanica: “L’unica strada è estirpare subito la paretaia, prima che fiorisca e si moltiplichi. Oggi il problema è sfuggito di mano. Non ho mai visto una diffusione simile in tutta la mia vita”.

Secondo gli allergologi, i rischi non sono da sottovalutare: starnuti, congestioni nasali, prurito oculare e, nei casi estremi, perfino shock anafilattici possono colpire chi è più sensibile ai pollini della paretaia, il cui periodo di fioritura si estende da marzo a ottobre.

Ma non è solo una questione di salute: tra le foglie incolte sono state rinvenute carcasse di piccioni, lasciate a marcire per settimane, aggravando l’allarme igienico e gettando ombre pesanti sul decoro urbano di una città d’arte che vive anche della sua immagine.

Gli esperti indicano che il primo passo per limitare i danni è evitare l’esposizione e, per chi soffre già di allergie, seguire una terapia farmacologica adeguata prescritta da uno specialista.

Il centro storico rischia di trasformarsi da vanto cittadino a fonte di problemi sanitari e ambientali. Serve un piano di emergenza: la paretaia va rimossa prima che il danno sia irreparabile, restituendo alla città la bellezza e la sicurezza che merita.