Una mattinata del 2008, rimasta finora in secondo piano, potrebbe ora riscrivere l’intera vicenda giudiziaria del delitto di Chiara Poggi. A distanza di 17 anni, nuove verifiche condotte dalla Procura di Pavia stanno facendo emergere elementi che gettano ombre sull’interrogatorio reso da Andrea Sempio, oggi indagato nell’indagine riaperta dal procuratore Fabio Napoleone.
Il sabato 4 ottobre 2008, a 418 giorni dall’omicidio, Sempio viene ascoltato per la seconda volta dai carabinieri: la prima risaliva al 18 agosto 2007, poco dopo il delitto, per chiarire alcune telefonate fatte a casa Poggi. Quella mattina, l’interrogatorio si svolge nella caserma di Vigevano tra le 10:30 e le 14:40, condotto dal maresciallo capo Flavio Devecchi e dal capitano Gennaro Cassese, allora responsabile delle indagini.
Ed è proprio quell’interrogatorio a sollevare oggi forti perplessità: i tempi indicati nel verbale non coincidono con quelli degli altri verbali redatti dagli stessi carabinieri. Mentre Sempio sarebbe rimasto sotto interrogatorio per oltre quattro ore, gli stessi militari firmano, negli stessi orari, anche i verbali di Alessandro Biasibetti (11:25–12:10) e Mattia Capra (13:25–14:20). Una sovrapposizione impossibile da giustificare con le informazioni contenute nei documenti ufficiali.
Ma c’è di più: durante quell’interrogatorio, Sempio avrebbe accusato un malore, tanto da rendere necessario l’intervento del 118, come risulterebbe da una scheda medica riscoperta oggi dagli inquirenti. Tuttavia, nel verbale di due pagine e mezzo non si fa alcun cenno né all’interruzione né all’intervento dei sanitari, né tantomeno al fatto che Sempio sarebbe tornato a casa per recuperare il famoso scontrino del parcheggio.
Eppure, proprio lo scontrino viene citato nel verbale con una frase che lascia intendere una consegna diretta e immediata: “Faccio presente che ho conservato lo scontrino del parcheggio, che vi consegno”. Nessuna menzione alla sospensione dell’interrogatorio né al tragitto da casa alla caserma.
Solo ora, a 18 anni dai fatti, i magistrati hanno riascoltato i due carabinieri per chiarire queste incongruenze, ma entrambi avrebbero dichiarato di non ricordare né il malore, né i dettagli relativi alla consegna dello scontrino.
Nel frattempo, Sempio è tornato sulla vicenda in un’intervista televisiva andata in onda venerdì scorso. Dopo aver negato qualsiasi malore a fine maggio, insieme ai suoi legali, ora conferma di essersi sentito male quel giorno: stava già poco bene a causa della febbre e durante l’interrogatorio si era sentito confuso e affaticato, tanto da rendere necessario chiamare un’ambulanza. Riguardo allo scontrino, ha spiegato che i carabinieri lo inviarono a casa a prenderlo per poi tornare a consegnarlo e concludere la verbalizzazione.
Secondo quanto racconta, fu proprio questa andata e ritorno a far sì che il suo interrogatorio durasse molto più a lungo rispetto a quello degli altri amici: circa quattro ore contro un’ora o poco più. Versione che, però, non trova riscontro nei documenti ufficiali.
Con queste nuove incongruenze, l’interrogatorio del 2008 – finora dato per acquisito – torna ora al centro dell’indagine, e potrebbe diventare un elemento chiave nella riapertura del caso Garlasco.