Giovedì a Villa Verucchio la veglia per il Lavoro. Una lettera del Vescovo

Non ci sarà il Vescovo, in questi giorni in pellegrinaggio in Turchia con i seminaristi, ma per l’occasione è stata pubblicata in 2.300 copie una sua lettera sui temi del lavoro dal titolo “Noi cristiani dentro la crisi economico-finanziaria: e allora cosa possiamo fare?”

Tre S per uscire dal tunnel della crisi. Sobrietà, solidarietà e speranza sono le tre parole al centro della lettera che il vescovo Francesco Lambiasi ha scritto in occasione della festa di San Giuseppe Lavoratore.
“La sobrietà porta alla solidarietà, come giustamente dice il Vescovo, e anche creatività – sottolinea Mons. Luigi Ricci, vicario generale della Diocesi di Rimini – quindi cercare nuovi posti di lavoro. Ci sorregge in questo la certezza che il Signore ci vuole bene e ha fiducia in noi”.
Monsignor Lambiasi parte dal alcuni dati: nel riminese 56 aziende in crisi, oltre 1600 lavoratori in cassa integrazione. Poi guarda alle cause: la radice cancerogena è l’avarizia, il profitto a tutti i costi che diventa idolatria. Metafora della crisi che sta sconquassando il mondo – dice il Vescovo – può essere il terremoto. Nella fatica come nella speranza che il popolo abruzzese sta mostrando.
La lettera sarà distribuita durante la messa per il primo maggio, che quest’anno sostituisce la veglia nella chiesa di Sant’Agnese e si sposta a San Paterniano di Villa Verucchio. Una scelta non casuale.
“Un luogo significativo toccato dalla crisi della SCM e anche da tutto ciò che ruota intorno alla SCM – ricorda Don Antonio Moro, direttore dell’Ufficio Diocesano di Pastorale Sociale – pensiamo alle piccole imprese artigiane. La Chiesa vuol dare un segno di vicinanza a questo mondo del lavoro”.
(Newsrimini.it)

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