Il “Killer” dei cani sui grandi media Italiani. Corriere della Sera, “Ha ucciso 40 cani in 15 anni a San Marino, individuato il serial killer. Ma sconterà pene leggere…”. Alessandro Sala, 19 aprile 2025?

L’articolo completo del Corriere della Sera di Alessandro Sala del 19 aprile 2025

In 15 anni ha ucciso, avvelenandoli, almeno 40 cani. Era l’incubo di tutti i proprietari di animali di San Marino. Alla fine però è stato individuato e denunciato. È un pensionato di più di 80 anni e non si sa perché lo abbia fatto, anche se in passato ha manifestato spesso insofferenza per gli animali e per chi se ne occupa, ricevendo anche una condanna per ingiurie. L’averlo individuato – ad incastrarlo sono state delle telecamere di sorveglianza vicine ad un’area dove nei giorni scorsi si sono verificati nuovi episodi, con ben 7 cani avvelenati, di cui uno morto per complicanze respiratorie e uno in gravi condizioni – è un sollievo per molti, ma resta la grande amarezza per il fatto che, comunque vada a finire la vicenda dal punto di vista giudiziario, non sarà punito in modo significativo.

Il Consiglio Grande e Generale, ovvero il Parlamento della Repubblica di San Marino, ha infatti approvato tre giorni fa nuove norme che inaspriscono le pene per il maltrattamento e l’uccisione ingiustificata di animali, elevando quelle massime ad un periodo da 3 mesi a 3 anni di reclusione. Ma la legge non ha effetto retroattivo e quindi varrà solamente d’ora in avanti. Resta dunque l’amarezza e l’immagine di Maya e Tea, due cagnoline meticce che appartenevano ad una socia dell’Associazione protezione animali sanmarinese (Apas), uccise nel giardino di casa il 25 giugno 2011, che sono diventate il simbolo della battaglia che gli animalisti hanno condotto fino ad allora. «E non ci fermeremo – assicurano -. Ci costituiremo parte civile e ci impegneremo a fondo affinché giustizia sia fatta».

Nei commenti sui social, accanto alla notizia, molti rilevano però come in realtà giustizia non sarà fatta. Perché le nuove norme non incideranno, e una condanna a qualche mese sulla base della vecchia legislazione, non potrà risarcire il dolore di chi ha perso un fedele compagno di vita e neppure la lunga paura che ha aleggiato attorno al monte Titano in tutti questi anni. I bocconcini avvelenati potevano spuntare all’improvviso, lungo il normale percorso di una passeggiata. Molti rilevano inoltre come le stesse esche avrebbero potuto finire nelle mani dei bambini al parco giochi ed essere inavvertitamente ingerite o inalate dopo il contatto con le mani. Di qui la richiesta di una condanna comunque esemplare.

Le uccisioni si sono concentrate soprattutto nel periodo fino al 2022. Le indagini non avevano mai dato gli esiti sperati. Poi nei giorni scorsi il nuovo episodio e l’individuazione del responsabile. Si tratta ora di dimostrare che tutti i casi siano effettivamente attribuibili a lui. E a meno di una confessione non sarà semplice. I decessi accertati sono stati una quarantina, ma non si esclude che possano essere morti anche cani senza padrone e che a finire vittime del veleno non possano essere stati anche altri animali selvatici. Le esche avvelenate venivano abbandonate in vari luoghi: giardini privati, come nel caso di Maya e Tea, ma anche giardini pubblici, marciapiedi, sentieri.

L’uomo era stato anche di recente denunciato e condannato per ingiuria, spiega l’associazione, «a seguito dell’invio di lettere anonime deliranti e piene di odio all’indirizzo dell’Apas e di diversi cittadini che in qualche modo avevano a che vedere con gli animali».

Tratto da Corriere della Sera – www.corriere.it