MESSAGGIO DI SALUTO PORTATO DA AUGUSTO CASALI A NOME DEL PARTITO SOCIALISTA SAMMARINESE AL II° CONGRESSO DI REPUBBLICA FUTURA
Signori della presidenza, signori presenti all’apertura dell’Assemblea Congressuale di Repubblica Futura, voglio subito sottolineare come il titolo dei lavori sia, a mio avviso, particolarmente aderente all’attuale momento politico ed economico internazionale, riferito alla Repubblica di San Marino: “Oltre gli schemi, dentro al cambiamento – Valori e politiche per il futuro”.
Non c’è dubbio che siano in corso nel mondo manovre per delineare nuovi rapporti internazionali e, forse, un nuovo ordine mondiale.
Chiaramente la nostra piccola Repubblica non può contare su strumenti che possano incidere sui destini del mondo, però una cosa può farla o, meglio, dovrebbe fare, anzi, da tempo avrebbe dovuto farla. Dovrebbe pianificare il proprio futuro, attraverso precisi obiettivi da raggiungere nei vari settori, individuando nicchie di mercato nelle quali anche una piccola realtà geografica, sovrana e autonoma, può inserirsi.
Per fare questo, occorre avere idee chiare e un progetto complessivo che per comodità potremmo chiamare “Progetto San Marino”, cosa che, sinceramente, mi pare sia mancato negli ultimi lustri. Mi pare, infatti, che vi sia in giro un po’ troppa improvvisazione mista ad arrendevolezza, da un po’ di tempo a questa parte.
In un momento come quello attuale occorre in primis una politica estera prudente e al tempo stesso dinamica; occorre saper proporre le opportunità che, bilateralmente, San Marino, può mettere in campo nei vari settori.
Certo è che lo scossone prodotto in questi giorni dal Presidente degli Stati Uniti, ha posto tutti quanti di fronte ad un nuovo modo di ragionare e di porsi nelle relazioni internazionali.
In particolare ha risvegliato l’Unione Europea dalla sua trentennale sonnolenza e dalla sua zona di confort in cui si era crogiolata, occupandosi più che altro di mettere in discussione la dieta mediterranea e il made in Italy, anziché realizzare il sogno dei fondatori dell’U.E., i quali miravano alla creazione dell’unione dei popoli che la compongono, perché, come diceva Adenauer, “viviamo tutti sotto lo stesso cielo ma non tutti hanno lo stesso orizzonte:”
Quindi mi auguro davvero che tutto questo trambusto possa portare anche l’opportunità di migliorare le cose, attraverso un esame critico del percorso fin qui seguito, al fine di recuperare i valori originari e quindi giocare, come Europa, nel panorama internazionale un ruolo meno marginale.
E tutto questo riguarda anche noi di San Marino, che in Europa geograficamente ci siamo già e da sempre e che se varchiamo il confine ci troviamo nel territorio dell’U.E, e questo al di là dell’Accordo di associazione in essere, il cui negoziato ( i quali contenuti sono ignoti alla maggior parte dei sammarinesi) si è concluso, sia pure con le eccezioni sollevate dall’Italia, che necessiterebbero di un “Addendum”, i cui contenuti sono attualmente sconosciuti, ma che di certo ci comunicheranno prossimamente.
Insomma, c’è molto da fare anche per San Marino, oltre gli schemi e dentro il cambiamento. Anche perché il nostro Paese, date le sue proporzioni, ha un dovere in più di altri; quello di difendere la propria identità, le proprie tradizioni, la propria sovranità. Tutti elementi vitali che nel tempo hanno fatto conoscere la Repubblica di San Marino nel mondo; elementi che non possono essere barattati con null’altro di materiale, pena la perdita della nostra specificità e, bene o mele, della nostra unicità, cosa che annullerebbe ogni differenza e ci disperderebbe nel mare magnum di tutto il resto, facendoci divenire una noce nel sacco.
Non si tratta di essere sovranisti, parola che va molto di moda, ma di non disperdere il patrimonio lasciatoci dai nostri predecessori, dalla loro esperienza di vita e dalla loro saggezza.
Quindi, cari amici, c’è molto da fare per tutti: maggioranza e opposizione. Perché gli interessi dei sammarinesi, credetemi, li possono fare solo i sammarinesi uniti nell’interesse superiore della nostra Repubblica.
A questo punto, non mi rimane che formulare alla vostra Assemblea Congressuale, il miglior augurio mio personale e del Partito Socialista, di proficuo lavoro.