Immigrazione. Maxioperazione ‘Ticket to ride’, tre arresti a Rimini

Quarantasei arresti in Italia e in Europa, settantacinque ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Venezia, perquisizioni e controlli in 17 città del Belpaese – Rimini compresa – e in diverse nazioni del Vecchio Continente. Sono i numeri dell’operazione ‘Ticket to Ride’, nata dagli sforzi della Procura di Venezia, nel 2006 e destinata a disarticolare un traffico internazionale di immigrati clandestini.
Traffico che ha visto coinvolta anche Rimini. Sotto l’Arco d’Augusto, gli uomini della Squadra Mobile hanno arrestato tre cittadini iracheni di etnia curda – Huner Sabah Fazil e Mahmud Ari, entrambi di 29 anni e Tawfeeq Hasan Karwan di 24 anni – componenti di una cellula dedita allo smistamento di immigrati clandestini arrivati in Italia dall’Iraq, via mare, passando per la Grecia.
Gli iracheni arrestati in riva all’Adriatico, risiedevano a Miramare. Nessuno dei tre è considerato clandestino: due Fazil e Ari, si trovano sul territorio italiano come rifugiati politici, Karwan, invece, è titolare di permesso di soggiorno e collaborava alla gestione di un kebab nella zona di via Mantova. In seguito all’operazione condotta dalla Mobile riminese – che ha operato con un centinaio di uomini, unità cinofile e l’ausilio di un elicottero – sono stati scoperti diversi clandestini – qualche decina – nella ex colonia Bolognese a Miramare. Controllato e perquisito anche l’albergo Solatia, dimora di uno dei tre arrestati.
Secondo quanto accertato dagli investigatori l’organizzazione, nel corso della sua attività internazionale, ha introdotto almeno 2.500 clandestini, in 180 viaggi. Ogni immigrato, per raggiungere l’Europa via mare, pagava tra i quattro e gli otto mila dollari, mentre chi aveva a disposizione più denaro poteva arrivare a pagare anche diecimila dollari per un viaggio in aereo con documenti falsi.
L’operazione ‘Ticket to Ride’ – iniziata nel 2006, con l’avvio di una indagine coordinata dalla procura di Venezia – ha visto impiegati, sin dalle prime ore della mattinata centinaia di agenti che hanno eseguito arresti e perquisizioni a Venezia, Roma, Bologna, Rimini, Ancona, Como, Verona, Arezzo, Sassari, Bergamo, Bari, Bolzano, Milano, Crotone, Palermo, Cosenza e Imperia.
Dei 46 arresti – tutti relativi a cittadini iracheni di etnia curda – 32 sono stati eseguiti in Italia, sette in Germania, due in Belgio, Svizzera e Francia e uno in Grecia, mentre in Svezia ed Inghilterra l’operazione è ancora in corso.
Le basi principali dell’organizzazione erano in Iraq e Turchia, anche se i gruppi operativi erano
sparsi in diverse nazioni europee, in modo che ogni Paese – sia di transito che di arrivo – fosse “coperto” da membri dell’associazione. Frequenti, inoltre, erano i passaggi dei singoli membri da uno Stato all’altro, e questo sia per evitare di finire nella rete delle polizie europee, sia per la necessità dell’organizzazione di rafforzare i gruppi presenti in uno dei
paesi, in vista di un nuovo arrivo di clandestini. Dalla Grecia i clandestini arrivavano in Italia a bordo di traghetti di linea diretti a Venezia, Ancona, Bari e Brindisi, e poi venivano nascosti all’interno dei camion. In alcuni casi i clandestini partivano direttamente dalla Turchia e in
questo caso raggiungevano il nostro paese a bordo di carrette del mare.
Una volta in Italia, venivano presi in consegna dall’organizzazione che provvedeva a trasferirli verso i paesi di destinazione, soprattutto Germania e Svezia, ma anche Francia, Svizzera, Gran Bretagna e Norvegia.
(Newsrimini.it)

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