IN EMILIA ROMAGNA LA SPESA PIU’ CARA D’ITALIA

La spesa più cara d’Italia è a Rimini, quella più conveniente a Napoli”. Lo rivela un’indagine de ‘Il Sole 24 Ore’ sui prezzi medi degli alimentari in 57 città. “Per un ‘carrello’ composto da 20 prodotti essenziali (dal latte alla pasta, dall’olio alla carne), nel capoluogo partenopeo – scrive il quotidiano economico – lo scontrino annuo di una famiglia si ferma a 3.043 euro, mentre in Riviera il conto sale fino a 4.127 euro, con una differenza superiore al 25 per cento”.

 

“Non proprio un caso isolato, quello di Rimini, visto che – spiega il giornale – la classifica del caro-vita sui prodotti alimentari vede nei primi quindici posti ben sei città emiliano-romagnole: da Ferrara a Forlì, da Ravenna a Bologna. È comunque il Nord a confermarsi l’area più costosa del Paese, ma al tempo stesso si scopre che non è solo il Sud la patria della convenienza”.

 

“Tra i centri dove il costo della vita è più contenuto – scrive ancora il quotidiano – spiccano, così, le città toscane come Firenze e Grosseto, ma anche le località di confine, come Gorizia e Como. Qui entrano in gioco alcune variabili come la forte concorrenza sia nella grande distribuzione sia con i centri commerciali situati dall’altra parte della frontiera”.

 

“E mentre l’inflazione rialza la testa – prosegue ‘Il Sole 24 Ore’ – ad aprile il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Luigi Mastrobuono, tiene sotto stretta osservazione l’andamento di pane, pasta, benzina e tariffe dei servizi pubblici. Il caro-vita, combinato alla crisi, finisce anche per cambiare le abitudini di consumo degli italiani: si acquistano prodotti più economici, più piatti pronti e si va molto meno al bar e ristoranti”.

 

L’indagine del quotidiano, in particolare, rivela che ” centri del Sud sono tutti nella fascia low cost» ma che «non mancano alcune sorprese”. “Nella parte bassa della classifica – scrive – accanto al Mezzogiorno” in alcune città della Toscana e di confine “acquistare i beni del paniere individuato costa da 3mila a 3.400 euro. Gorizia fa concorrenza a sul parmigiano (15,25 euro al chilo contro 16,32), Firenze è competitiva sul burro (7,5 euro contro 9 euro).