«Molti ragazzi vivono oggi in mezzo a una povertà totale di rapporti umani, di esempi e di passione educativa da parte degli adulti e si ritrovano, così, ad essere meno liberi di quanto possa apparire all’esterno. Per questo abbiamo realizzato il progetto WeFree e abbiamo dato vita a questa giornata, che è, prima di tutto, un incontro di libertà».Con queste parole Andrea Muccioli, responsabile di San Patrignano, ha dato il via questa mattina al primo WeFree Day, un momento per parlare di giovani, droga e disagio, con ospiti internazionali, e duemila studenti provenienti da tutta Italia, oltre a rappresentanti di 14 realtà di volontariato e privato sociale di Colombia, Gran Bretagna, Tailandia, Usa.
«Tutti i ragazzi, e sono oltre 500mila, che abbiamo incontrato nei teatri e nei centri giovanili 2You in molte città italiane, si sentono, prima di tutto, molto soli. Pretendiamo che si allineino ai modelli che gli imponiamo, come fossero polli da allevamento che devono ingrassare il prima possibile – ha proseguito Muccioli – ma non riusciamo più e, probabilmente, non siamo più disposti a educarli alla vera libertà, all’autonomia e alla costruzione dei propri sogni e del proprio futuro». «In questo modo – ha spiegato il responsabile di San Patrignano – li costringiamo ad essere soli con se stessi: l’esatto opposto della libertà».
I lavori a San Patrignano sono stati aperti da Francisco Santos Calderòn, vicepresidente della Repubblica di Colombia: «Pensiamo che un bancario londinese che si rilassa un venerdì sera assumendo un grammo di coca distrugge 10 metri quadrati di foresta colombiana. È quindi fondamentale dare e condividere queste informazioni con i giovani, con chi ha la libertà di trovarsi davanti a un grammo di coca. È importante riflettere sulle conseguenze che questa azione ha sulla propria vita e su quella di un Paese tanto lontano». La elazione, intitolata ‘Responsabilità condivisa: insieme contro la cocaina’ ha preso in esame le molteplici e molto spesso insospettate ripercussioni ambientali che si legano a doppio filo e a chilometri di distanza, all’assunzione di cocaina.
Secondo Santos Calderon è «sbagliato considerare il consumo di cocaina come un reato senza vittime. I campi di coca rubano letteralmente spazio alla foresta colombiana.
A San Patrignano è arrivato anche il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che per la prima volta ha visitato la comunità: “San Patrignano – ha detto – è una cosa straordinaria che tuttavia indica la strada che molti altri possono seguire, perche’ e’ una buona pratica. San Patrignano e’ un riferimento da tanto tempo, ha superato e sconfitto molti dei pregiudizi che hanno accompagnato questa esperienza, e oggi è un patrimonio condiviso del paese e della comunità internazionale’’. Sacconi ha ricordato le polemiche e le lotte dei primi tempi della comunità, e ha sottolineato i “pregiudizi che davano luogo a una ostilità nei confronti di una esperienza che invece ha vinto nei fatti, con i risultati’’.
Molto interessante anche il confronto – dibattito sulla felicità fra Sacconi e l’economista francese Jacques Attali, ex consigliere di Mitterand e di Sarkozy: “E’ assurdo volere misurare la felicità con un indicatore, perché ognuno ha i suoi criteri – ha detto Attali -. Il concetto di felicità interna netta è tipico delle società totalitarie e può essere molto pericoloso’’. Nello specifico, Attali si è poi riferito alla droga, come una scelta assolutamente egoistica: “La libertà individuale, quando diventa un valore assoluto, produce egoismo’’. Come, ad esempio, il rifiuto di avere figli.
fonte: wwwilrestodelcarlino.it