La ”fantasia” dell’Informazione…di LIBEROS

Il 2009 è sicuramente un anno molto produttivo per la “fantasia” dell’Informazione. Ma non è il solo…

Ad agosto ad esempio sono riusciti, in poco meno di un mese, a mettere in prima pagina la notizia di un professionista che, ubriaco per sua stessa confessione, aveva creduto di aver visto gli alieni. Poi, scrissero che se esistessero gli Zombie, sarebbe davvero un grande pericolo per la razza umana. Il top fu toccato però con la festa di Torraccia, dove fu addirittura avvistato un fantasma, quello di una donna che camminava ma i suoi piedi non toccavano terrà.

La verità è che forse in quella redazione ci vorrebbe la presenza di qualche donna…

 

Per non parlare poi delle vere e proprie leggende metropolitane. La più eclatante è sicuramente quella dei 18 rapporti orali per i suoi 18 anni, leggenda che circola in ogni città della Romagna da almeno 20 anni. A Forlì era una ragazza che andò al Gheodrome, a Riccione, era una che lo fece al Cocoricò, ecc…. Ma all’Informazione c’è stato spazio anche per le “leggende minori” come i luoghi più frequentati dove fare sesso, come vicino ad un cimitero o vicino ad una chiesa. Ovviamente contestualizzati a luoghi sammarinesi.

 

E i falsi scoop? Oltre ai già citati ce ne sono anche di meno recenti ma non per questo di meno eclatanti. Nel 2007 dichiararono che la ditta di Cosentino, dopo l’ennesima rapina, era forse oggetto di atti di estorsione. Casentino stesso smentì la cosa due giornali il giorno dopo, e uno era proprio l’Informazione.

Provate poi a chiedere all’ambasciatore di San Marino in Turchia se ha mai detto – come pubblicizzarono sulla prima pagina di un bel sabato mattina – che la Turchia sarebbe entrata in Europa grazie a San Marino.

 

Per non parlare della loro campagna unidirezionale contro le antenne della compagnia sammarinese Prima, spacciandola per una campagna contro le antenne e basta, per scoprire che proprio sul tetto della loro sede, nonché appartamento del loro direttore-editore (anomalia tutta sammarinese e poi si professano casti e pure e integerrimi) era stata fatta la richiesta per l’installazione di un’antenna della Tim. E la firma sulla richiesta era proprio quella di Carlo Filippini, direttore, editore e proprietario dell’appartamento in cui ha sede l’informazione. Si giustificò che la firma era sua, nonostante la sua contrarietà, perché è lui l’amministratore del condominio. Ma se fa l’amministratore, come fa a non sapere che la veranda che ha realizzato sul terrazzo è abusiva? E poi fa il moralista per combattere contro le doppie abitabilità quando lui per lo meno ha una sede promiscua con un appartamento in cui in due stanze ci vive, e nelle altre ci lavora lui assieme ad altri giornalisti.

 

Altre splendide performance sono poi quelle della fumosa teoria di una banda di albanesi che in cambio di armi riforniva un gruppo di sammarinesi di droga. Il tutto dietro a cosa? All’aver incendiato un’ape cross. Memorabile fu la smentita che ricevettero in diretta dalla gendarmeria, che, convocata una conferenza stampa per annunciare di aver fermato i responsabili dell’incendio all’Ape (gruppo di incensurati del riminese che avevano rubato l’autoradio dall’Ape e poi l’avevano spinta giù da una collina. L’Ape si era quindi capovolta e incendiata da sola e non per colpa dei ragazzi). In conferenza stampa il maresciallo titolare dell’indagine dichiarò: “Oddone, io non ho nulla contro di lei, è la prima volta che la vedo, ma quello che ha scritto è completamente sbagliato!”.

 

“(Ho evitato – per non tediare troppo – di citare tutti i fatti più noti, dall’attacco a Tribuna per aver parlato di interessamento a San Marino del clan Alvaro. Mesi di attacchi, con tanto di lettera pure alla commissione di vigilanza perché spacciavano una notizia che secondo loro non era vera. Peccato per loro che la notizia poi venne confermata qualche mese dopo addirittura da Report durante la trasmissione contro San Marino. E poi ci sono le castronate sull’Iva, o quella del rischio di incrinare i rapporti con l’Italia per aver liberato due clandestini al confine senza chiamare le pattuglie della polizia di Stato. Peccato per loro di nuovo, che il passaggio di consegna dei clandestini era avvenuto eccome, con tanto di foto che lo documentavano e proprio al confine di Dogana. Ma potremmo continuare…).

 

Mi piace però concludere con lo scandalo sexy. Nove giorni di bombardamento quotidiano che si è risolto con un nulla di fatto. E il tutto era iniziato grazie ad un “fotografo per caso”. Magari bisognerebbe parlare di “giornalisti per caso”, ma con il termine giornalisti esagereremmo troppo….

 

LIBEROS

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