Nonostante un disavanzo complessivo che sfiora i 195 milioni di euro, la Regione Emilia-Romagna conferma il proprio impegno a tutela della sanità pubblica. Anche quest’anno, come ribadito nel post ufficiale pubblicato su Facebook e nel comunicato istituzionale, la Giunta regionale ha deciso di intervenire direttamente con risorse proprie per coprire integralmente i conti in rosso delle Aziende sanitarie del territorio.
Una cifra esatta di 194.850.623 euro sarà stanziata per colmare il buco nei bilanci 2024 delle Aziende Usl e Ospedaliere regionali. I numeri, illustrati in IV Commissione assembleare dall’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, evidenziano uno squilibrio che, secondo lo stesso assessore, ha cause strutturali. Da un lato, infatti, vi è un costante aumento dei costi – spinti dalla necessità di rinnovare i contratti del personale, ridurre le liste d’attesa e rispondere alla crescente domanda di servizi sanitari – dall’altro, però, non si registra un adeguato incremento dei finanziamenti a livello nazionale.
“La sanità pubblica e universalistica è il bene più prezioso che abbiamo – ha dichiarato Fabi – ma senza un serio aumento dei fondi statali, anche in rapporto al PIL, il suo futuro è in pericolo”. Un messaggio che ha trovato spazio anche nella comunicazione social della Regione, dove si sottolinea come l’intervento regionale, seppur doveroso, non possa diventare l’unico argine a una crisi sistemica.
Il disavanzo, infatti, non è frutto di cattiva gestione, ma conseguenza di un sistema sotto pressione. I costi nel 2024 hanno raggiunto oltre 12 miliardi di euro, un dato mai così alto, superiore persino agli anni del Covid. Tra le voci più impattanti ci sono la spesa per il personale dipendente, pari a 3,589 miliardi (+2,48% rispetto al 2023), quella per i farmaci ospedalieri, 1,372 miliardi (+9,24%), e quella per dispositivi medici, 698 milioni (+7,62%). Anche la spesa per la medicina generale è cresciuta, toccando i 566,6 milioni di euro, in parte a causa dell’applicazione del nuovo Accordo Collettivo Nazionale.
In aumento anche la spesa per vaccini (+23,4%) e per l’acquisto di prestazioni dal privato accreditato, utilizzato per recuperare le liste d’attesa. Nonostante questo scenario, la Regione ha rispettato i tempi di pagamento previsti (60 giorni), migliorando le performance rispetto al 2023.
Una nota positiva arriva dai ricavi, che sono cresciuti costantemente negli ultimi cinque anni, passando da 1,08 miliardi nel 2020 a oltre 1,5 miliardi nel 2024. Un segnale di efficienza, che però non basta a compensare l’aumento strutturale dei costi.
Per coprire il disavanzo, la Regione attingerà a 188 milioni già accantonati nel bilancio 2025-2027 e a circa 9,4 milioni provenienti dal Fondo spese impreviste. Ma il messaggio che arriva da Bologna è chiaro: senza un sostegno concreto da parte del Governo, il modello di sanità pubblica rischia di non reggere.