Riceviamo e pubblichiamo
“E la verità è che c’è qualcosa di terribilmente marcio in questo Paese”: questo l’incipit del comunicato-rivendicazione diramato da un gruppo definitosi “cellula” sammarinese di “Anonymous” da noi ricevuto la scorsa notte.
Quest’organizzazione, decentralizzata e quindi priva di un coordinamento globale, è costituita da singoli o da gruppi di attivisti che fanno dell’hacking – ossia dell’effrazione informatica – il proprio strumento di lotta in nome della libertà di espressione e di informazione. Il loro simbolo è la maschera di Guy Fawkes, personaggio che nel 1605 tentò di far esplodere il parlamento inglese nel corso della cosiddetta “Congiura delle polveri”, resa celeberrima dalla serie di fumetti V per Vendetta e dall’omonimo film, da cui è tratto anche l’incipit sopra riportato. Negli ultimi anni, il gruppo è balzato agli onori delle cronache per l’attacco del 2011 ai server di ENEL, mentre nel maggio 2016 gli attivisti riuscirono a mandare offline i siti di alcune grandi banche internazionali.
Il testo anonimamente divulgato si rivolge, nella sua intestazione, “Al Governo corruttore di democrazia e nemico del popolo”, inneggiando alla “Rivoluzione”.
Questa volta, il bersaglio degli hacker, sono le presunte conversazioni intercorse via Whatsapp – e fotografate da ignoti – fra coloro che vengono indicati come un noto banchiere sammarinese (ovvero il mittente, stando al comunicato-rivendicazione) e due segretari di stato. Risulta comunque impossibile, ad oggi, verificare la veridicità di tali asserzioni.
Probabilmente, questi scatti potrebbero essere collegati al dossier ricevuto dal Congresso di Stato l’11 settembre appena trascorso.
Anonymous specifica di avere inviato “solo minima parte delle conversazioni fra il dott. *OMISSIS* – esponenti politici di primo piano – importanti personaggi del mondo istituzionale – finanziario” a tutta la stampa e ai partiti politici sammarinesi. In conclusione, invitano tutti i soggetti – a loro dire – coinvolti “a rendere pubbliche le proprie relazioni con *OMISSIS*– e tutti i vostri padroni – e tutti gli avvoltoi che puntano il nostro paese entro e non oltre 10 giorni a partire da oggi”. Un vero e proprio ultimatum.
Contattato telefonicamente, il Segretario all’Informazione Podeschi ha preferito rimandare eventuali dichiarazioni ad un’analisi più approfondita della questione, specificando che potrebbe trattarsi di un attacco volto a destabilizzare il quadro politico, con chiaro riferimento al caso degli hacker russi e al “Russiagate” che sta sconvolgendo gli Stati Uniti.
Giovanni M. Zonzini