La situazione delle carceri italiane è un tema di grande importanza e complessità. In Emilia Romagna, un gruppo di attivisti sta intraprendendo un “Viaggio della speranza” per visitare gli istituti di pena e comprendere le condizioni dei detenuti. In più di una occasione, anche alla luce delle contiguità territoriale, viene evidenziata la differenza con San Marino, un territorio che in passato, in realtà, è stato criticato per le condizioni delle sue carceri, ma che sta considerando, almeno a livello scolastico e di ipotesi, l’abolizione del sistema carcerario. Tema, questo, che pur non essendo assolutamente né all’ordine del giorno, né all’orizzonte attualmente, solleva comunque importanti interrogativi sulle alternative alla detenzione.
Difficoltà delle carceri italiane
Le carceri italiane sono oggetto di gravi critiche e il loro stato sembra sempre più fuori controllo. Il recente rapporto di Antigone e le visite nei vari istituti di pena in Emilia Romagna evidenziano la difficile situazione in cui si trovano i detenuti. Le condizioni di vita materiale sono precarie, aggravate dal maltempo e dall’inadeguatezza delle strutture. I suicidi all’interno delle strutture sono in aumento, segnalando un crescente senso di disperazione e sfiducia tra i detenuti. Il sistema carcerario italiano sta attirando critiche da più parti.
Differenze con San Marino
San Marino rappresenta un caso a parte, poiché spesso e volentieri non ha nemmeno un detenuto all’interno dei “Cappuccini”, e in ogni caso gli ospiti, si contano sulle dita di una mano. La distanza tra Rimini e Titano è minima, ma va da sé come la situazione delle carceri sia abissalmente differente.
Lo scorso anno nei tre giorni di ricognizione a San Marino la delegazione del Cpt – il Comitato per la Prevenzione della Tortura e dei Trattamenti Inumani o Degradanti – ha incontrato rappresentanti del governo, le forze d’ordine, il settore sanitario e socio sanitario, funzionari pubblici e magistratura. Il report definitivo è atteso quest’anno: le Istituzioni locali si dicono ottimiste alla luce del lavoro fatto per sanare alcune criticità, a cominciare proprio dalla riforma dell’ordinamento penitenziario.
La celebre fuga fa il giro del mondo
Correva l’anno 2018. Due detenuti, un italiano e un bosniaco, fuggirono dal carcere dei “Cappuccini”. Durante un’ora d’aria, hanno aggredito un militare della gendarmeria e si sono allontanati. Furono istituiti posti di blocco e alla fine furono individuati e catturati nuovamente. Le circostanze dell’evasione lasciarono perplessi. Soprattutto la notizia – proprio per la particolarità della struttura sammarinese, poche celle e pochissimi detenuti -fece letteralmente il giro delle agenzie d’Italia e d’Europa.
L’approvazione del Progetto di Legge sull’ordinamento penitenziario
Il Consiglio Grande e Generale di San Marino ha approvato una riforma sull’Ordinamento Penitenziario, al fine di adeguarsi agli standard del Comitato per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani o degradanti (CPT) del Consiglio d’Europa. La nuova normativa, divisa in nove titoli, regola in modo esauriente la detenzione, con l’obiettivo di promuovere il trattamento penitenziario basato sulla cura e il rispetto delle specificità individuali dei detenuti, favorendo il reinserimento sociale. La partecipazione della comunità esterna alle azioni risocializzanti e rieducative è stata regolamentata, così come le attività di istruzione, formazione e lavoro all’interno e all’esterno della struttura penitenziaria. Sono previste anche misure alternative alla detenzione, come l’affidamento in prova al Servizio Sociale e il regime di semilibertà. La riforma rappresenta un importante passo avanti per San Marino nell’adeguamento alle normative europee.
“Nuova” struttura carceraria
Come detto qualche riga sopra, l’abolizione del carcere al momento è soltanto una suggestione. Tanto che i fatti parlano invece di carcere più funzionale: un investimento importante, non solo dal punto di vista economico.
Si è scartata l’idea di un nuovo carcere e si procederà invece all’adeguamento della struttura dei Cappuccini, che ricordiamo essere un ex convento, inclusa la separazione delle sezioni femminile e minorile. La gendarmeria continuerà ad essere responsabile della polizia penitenziaria, ma potrà essere coadiuvata dalla milizia uniformata o da istituti di vigilanza privata. Inoltre, si prevede la possibilità di nominare un direttore esterno del carcere tra i profili amministrativi del Tribunale.
Il Segretario alla Giustizia Ugolini (nella foto, ndr) fa il punto della situazione
“Confermo che i lavori di adeguamento al carcere dei Cappuccini sono partiti con la sistemazione di tutta la parte superiore e le aree nuove del convento, alla luce della nuova convezione sottoscritta dalla Segreteria al Territorio.
Per quanto riguarda invece il rapporto del Comitato per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani o degradanti (CPT), anche in questo caso confermo che stiamo rispondendo al Comitato, ma posso anticipare che viene dato atto del buon lavoro svolto in questi anni. Nel frattempo stiamo continuando a lavorare sul tema delle pene alternative alla detenzione in carcere e sulla giustizia riparativa”.
Le alternative alla detenzione
A proposito di quanto afferma il ministro sammarinese, come ci ricordano proprio i nostri vicini, è essenziale considerare alternative alla detenzione come soluzione per affrontare la questione carceraria. La Costituzione italiana stessa nega l’equivalenza tra pena e carcere, aprendo la strada a nuove prospettive. La riforma Cartabia ha introdotto pene sostitutive che rappresentano un cambiamento culturale nell’approccio alla pena detentiva. È necessaria una revisione approfondita del sistema sanzionatorio, con politiche di depenalizzazione e il recupero degli strumenti di clemenza.
Insomma, se i tempi non sono ancora maturi in Italia – e tanto meno a San Marino – per una chiusura definitiva delle carceri, certamente una società coraggiosa dovrebbe e potrebbe affrontare la devianza sociale senza dover ricorrere esclusivamente alla cattività. E il Titano appare indirizzato sulla strada giusta.
David Oddone
(La Serenissima)