In questi giorni tiene banco la notizia delle comunicazioni del Tribunale ad alcuni concittadini rei, secondo quel che si legge sulla stampa, di aver scritto e manifestato le proprie idee firmandosi su di un quotidiano sammarinese.
Pare che la denuncia formulata nientepopodimenoche dal Segretario di Stato alla Sanità, risalga al maggio dello scorso anno, dopo che sui giornali scoppiò l’”affaire” festino di via Giacomini. Ricordate? Ora la rabbia del politico deve essere stata così intensa che addirittura pensò bene di fare una denuncia presso il Tribunale.
Il Tribunale ha così dovuto aprire un fascicolo ed avviare le indagini che, viste le circostanze, non dovrebbero protrarsi a lungo, recuperando l’opera del magistrato a favore di miglior causa. Infatti, sempre da quel che si legge sui giornali sammarinesi, sarebbe stato richiamato l’art. 385 del codice penale che prevede che “chiunque eserciti una professione per la quale è richiesta una speciale autorizzazione, è punito con l’arresto di terzo grado, in caso di reiterazione si applica la prigionia di primo grado.”
L’esercizio della professione si esercita in cambio di remunerazione per la propria opera, ma tutti sappiamo che a San Marino, data l’esiguità della nostra popolazione, le vendite dei quotidiani non permettono davvero di stipendiare cittadini che, non essendo giornalisti professionisti, hanno il coraggio di esprimere i propri punti di vista, firmandosi, mettendoci la faccia e senza nessun beneficio economico. Oppure a San Marino se non si hanno titoli specifici adeguati nessuno può più esprimere ad alta voce o per iscritto il proprio pensiero, la propria posizione e le proprie eventuali proposte? Perché può essere anche che qualcuno tra i nuovi virgulti della politica nostrana la pensi proprio così!
Ebbene, a San Marino c’è tutt’altra impostazione. A San Marino esiste una Carta dei Diritti, la quale all’Art. 6 recita: “La Repubblica riconosce a tutti le libertà civili e politiche. In particolare sono garantite le libertà della persona, del domicilio, di dimora ed espatrio, di riunione e di associazione, di manifestazione del pensiero, di coscienza e di culto…..” Ma c’è di più, l’art. 1 della Carta dei Diritti di San Marino afferma che “La Repubblica di San Marino riconosce le norme del diritto internazionale generale come parte integrante del proprio ordinamento….” E allora vediamo che cosa prevede la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea all’art.11: “Libertà di espressione e d’Informazione: 1) – Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. 2) La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati.”
A questo punto a me sembra tutto chiaro, tanto da chiedermi: Sogno o son desto? Anche perché nella mia lunga carriera politica mai mi è dato di imbattermi in una simile fattispecie di anomalia, difficilmente giustificabile ed accettabile.
Comunque in tutta questa insensata situazione è possibile cogliere alcuni segnali inconfutabili:
Il politico che ha sporto denuncia nel periodo in cui lo ha fatto, forse si credeva di essere l’ombelico del mondo, ma si sa, in politica la centralità muta rapidamente. Oggi, a meno di un anno di distanza, probabilmente userebbe tempo ed energie per tamponare le numerose falle del sistema sanitario sammarinese, di cui ne è il responsabile politico, piuttosto che dedicarsi ad altro. Rimane il fatto che tutta la vicenda fa pensare a che cosa si ridurrebbe la nostra Repubblica se una certa mentalità divenisse elettoralmente indispensabile per la formazione di futuri governi.
Il gesto compiuto rimane un atto veramente inqualificabile in un Paese come il nostro, nell’anno di grazia 2022, perché non è con le intimidazioni, con le forzature e con l’oscurantismo piegato al proprio interesse che si può governare un Paese.
Lo stesso Governo esce indebolito, suo malgrado, da questa vicenda, soprattutto se continuerà l’imbarazzante silenzio fino ad oggi adottato, senza distinguo nei confronti dell’operato del Segretario di Stato per la Sanità. Il grave atto compiuto da un membro dell’Esecutivo sul piano della democrazia è condiviso dal Governo oppure no? I cittadini avrebbero il diritto di saperlo!
Battersi perché ognuno, anche chi ha opinioni diverse, possa liberamente esprimersi è un dovere di ogni vero democratico, ovunque militi, sia che sia al Governo che all’opposizione, perché al primo posto gli stessi devono sempre porre un unico imperativo: la libertà, che, a quanto pare, non è così scontata neppure nel terzo millennio!
Augusto Casali