L’Emilia Romagna ottava regione in Ue per imprenditoria femminile 

I dati elaborati dal Centro studi di Confartigianato Emilia Romagna al  centro di una tavola rotonda organizzata dalla Federazione nell’ambito  delle iniziative per l’8 marzo. 

BOLOGNA, 7 MARZO 2024. Confartigianato Imprese Emilia-Romagna ha celebrato la “Giornata  internazionale delle donne” con una tavola rotonda sul tema “Imprenditoria e leadership femminile  in Emilia-Romagna” che si è svolta mercoledì 6 marzo nella sede bolognese della Federazione,  con la presenza di Davide Servadei, presidente Confartigianato Emilia-Romagna, Cinzia  Ligabue, presidente Gruppo Donne Impresa Confartigianato Emilia-Romagna, Emanuela  Bacchilega, presidente Confartigianato Ravenna, Daniela Pedduzza, presidente di  Confartigianato Cesena e, in collegamento da remoto, Elisabetta Pistocchi, direttrice di FormArt  Emilia-Romagna. 

L’incontro, coordinato dal giornalista e coach Massimo Calvi, sarà visibile online su Youtube,  Facebook e LinkedIn di Confartigianato Emilia-Romagna a partire dalle ore 8 dell’8 marzo. 

Al centro dell’incontro i dati elaborati dal Centro Studi di Confartigianato Emilia-Romagna. “I  dati evidenziano che vi è una crescita a livello regionale dell’imprenditoria femminile, ed è molto  importante se si pensa che dopo la pandemia vi era stato un crollo delle imprese gestite da donne  – afferma Cinzia Ligabue -. Le donne sono disponibili a mettersi in gioco, ma serve un nuovo tipo  di welfare con politiche sociali, nazionali e regionali, adeguate che permettano alle donne di  svolgere un lavoro e, nello stesso tempo, di poter gestire una famiglia. Come Donne Impresa  siamo fortemente impegnate perché ciò avvenga. Fare l’imprenditrice è faticoso, ci sono tante  responsabilità, però è impagabile e le soddisfazioni sono tantissime, non ultima quella di potere  aiutare altre donne. Il Pnrr ha messo a disposizione 10 milioni di euro per la certificazione di parità  di genere, che sicuramente aiuta le imprese, grandi o piccole che siano, a rivedere quello che è il  mondo del lavoro, favorisce il cambio di mentalità e in più concede delle premialità a chi si  certifica”. 

Io credo che questa spinta all’’autoimprenditorialità nasca anche dall’esigenza della donna di  avere una certa autonomia per poter far convivere il proprio lavoro con la cura della famiglia –  sottolinea Emanuela Bacchilega -. E in questo senso aprire una propria impresa ti può aiutare a  gestire meglio i tempi. La certificazione per parità di genere è uno strumento utile, alla quale  possono accedere tutti i tipi di imprese. Ti qualifica come realtà imprenditoriale e negli appalti  pubblici ti può aiutare. Noi facciamo sostenibilità da tempo. Il mio settore, quello della moda, sta  vivendo un momento davvero difficile. Ma nello stesso tempo è anche uno di quelli più sensibili ai 

temi della sostenibilità. Allora sono convinta che per avere un futuro dovremo aprire in maniera  forte alle nuove generazioni che ci hanno insegnato a voler bene al nostro pianeta e alla comunità  nella quale viviamo. Ci hanno costretti a fermarci e a ragionare per capire quali sono davvero le  priorità”. 

I dati sono sicuramente confortanti e interessantissimi, ma il percorso per la parità è ancora  lunghissimo – aggiunge Daniela Pedduzza -. Negli ultimi dieci anni le professioni derivanti da  percorsi scientifici hanno visto una carenza di personale femminile, le donne faticano più degli  uomini a intraprendere questo percorso. Se oggi nel territorio regionale in questi ambiti aumentano le aziende a conduzione femminile è sicuramente confortante perché significa che  siamo riusciti a rendere appetibili tra i giovani dei percorsi che in passato non lo erano. Bisogna  però fare in modo che queste imprese abbiano la possibilità di reggere nel tempo, anche di fronte  a quelle difficoltà che emergeranno. Certo, per fare l’imprenditrice bisogna volerlo fortemente  perché ancora adesso non esiste un salvagente sociale che possa aiutare una mamma  imprenditrice che decida di mettere su famiglia”. 

Quando parliamo di leadership è bene avere chiaro che non esistono delle competenze solo  maschili o solo femminili, ma una serie di abilità e di capacità che ogni individuo,  indipendentemente dall’appartenenza di genere, può sfruttare per ottenere una leadership efficace  – precisa Elisabetta Pistocchi -. Ovviamente però ci sono delle caratteristiche che appartengono  specificatamente a una leadership femminile: una capacità empatica sicuramente più sviluppata, la tendenza a una comunicazione efficace, il famoso multitasking, ovvero la capacità di fare più cose  contemporaneamente, la gestione delle relazioni. Tutte caratteristiche che incidono positivamente  enll’ambito lavorativo e che la formazione sicuramente può esaltare, finalizzandole agli obiettivi  che si vogliono raggiungere”. 

I dati fanno emergere un ruolo di primo piano della nostra Regione in ambito europeo sul fronte  dell’imprenditoria femminile. Significa che la strada imboccata è quella giusta, ma dobbiamo  essere consapevoli che c’è ancora molta strada da fare – conclude Davide Servadei -. L’idea di  essere libere all’interno della propria azienda è un aspetto grandioso, anche se, soprattutto per le  donne, significa grandi sacrifici. Il lavoro d’impresa è strettamente connesso con quello di gestione  della famiglia e in questo senso le donne non smettono mai di lavorare. Qui abbiamo tre donne  che sono riuscite a coniugare con soddisfazione lavoro e famiglia, ciò significa che è possibile. Ma  proprio perché siamo consapevoli che è difficile, il nostro impegno come associazione deve essere molto forte in questa direzione, per favorire percorsi di inclusione che aiutino le donne a potersi  esprimere in ambito lavorativo e imprenditoriale, senza essere costrette a scegliere tra famiglia e  lavoro”.

Alcuni numeri elaborati dal Centro studi 

– In Emilia-Romagna l’occupazione indipendente per le donne sale del 9% su base annua, pari a  12mila unità in più, che contribuiscono al 41,7% dell’incremento complessivo dell’occupazione  indipendente nel 2023, a fronte del +6,4% rilevato per gli uomini. Tale risultato posiziona l’Emilia Romagna prima tra le maggiori regioni per incremento di imprenditrici, professioniste e lavoratrici  autonome. 

Tra 233 regioni europee (Nuts 2) tra le prime dieci regioni per numero di occupate  indipendenti, cinque sono italiane, tra cui figura l’Emilia-Romagna in ottava posizione con  122 mila donne imprenditrici e lavoratrici autonome. 

– Sono 92.388 le imprese femminili presenti sul territorio regionale nel 2023. Di queste imprese il  22,7%, pari a 20.962 unità sono artigiane e rappresentano il 17,3% dell’artigianato totale. si tratta  di un’impresa su cinque (21,1%) che opera nella nostra regione. 

– l’incremento della domanda di tecnologie digitali si riverbera in modo positivo sulle imprese  femminili artigiane, poiché tra i comparti in crescita al primo posto per miglior performance  troviamo proprio le attività dei servizi d’informazione e altri servizi informatici. 

– Cresce (+18%) la domanda di donne con elevate competenze 4.0 (IA, analisi dei big data,ecc.). 

– Gli ultimi dati Istat-BES disponibili riferiti all’anno 2022 ci segnalano che ancora una volta le  migliori performance per le donne, rispetto agli uomini, le rileviamo con riferimento al campo  dell’istruzione e della formazione. 

– In Italia il 22% di aziende sono guidate da donne, dato inferiore alla media Europea che è del  32% Di questo 22%, l’11% è formato da donne sotto i 35 anni e il 37% delle imprese femminili  vengono create al Sud. Purtroppo una donna su tre dopo aver fatto il primo figlio abbandona il  lavoro perché sovraccaricata dall’attività di cura. Chi smette fa poi fatica a ritrovare un lavoro, il  39% in Europa e il 65% in Italia. 

DIDASCALIA FOTO DI GRUPPO: da sinistra Emanuela Bacchilega, Cinzia Ligabue, Davide  Servadei, Daniela Pedduzza 

Scarica le immagini della tavola rotonda e il focus del Centro studi 

https://www.dropbox.com/scl/fo/uh2c64c8u0dlcjr1jxwes/h? 

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I link per assistere alla tavola rotonda 

Facebook: https://www.facebook.com/ConfartigianatoEmiliaRomagna