L’impresa del determinato Cristian SeghelE’ il primo ipovedente a correre 100 km da solo

Cristian Seghel, trentunenne di Baselga del Pine’, primo atleta ipovedente al mondo a correre una 100 km senza essere “legato” all’accompagnatore, all’arrivo della “Rimini Extreme” ha un solo pensiero: “E adesso datemi una birra”.


Da solo, o quasi: un altro atleta gli ha indicato i pericoli e la strada da seguire con l’ausilio della voce. “Mi piace mettermi alla prova- dice Cristian- da undici anni ho un handicap agli occhi che mi lascia solo un grado di vista, ma io non mi sono mai perso d’animo: il mio motto e’ volere e’ potere”. Cosi’ nel 2006 Cristian debutta nella “24h Del Mai Zeder”, una staffetta “nei monti vicino casa” come dice lui stesso.
Poi e’ tutto un susseguirsi di maratone, gare ufficiali, allenamenti duri, e di nuovo maratone. Fino alla decisione piu’ coraggiosa: partecipare alla 100 km di Rimini con l’aiuto di Andrea Accorsi, ultramaratoneta di Bologna, incontrato ad una staffetta nel Trentino: “Mi dicono tutti che sono un testone- continua Cristian, con un’intonazione birichina- e hanno perfettamente ragione. Oltre ad Andrea, devo ringraziare le altre persone splendide che mi hanno accompagnato e supportato”.
Come Monica Barchetti, che ha corso al fianco di Cristian e di Andrea per 30 km, per poi allungare, recuperare le tre atlete che la precedevano e andare a vincere: “A un certo punto le ho detto: ‘ma cosa fai ancora qui che sei terza, pensa a vincere’” scherza Cristian.
Certo non sono mancati i momenti difficili: “Il tragitto era aperto al traffico veicolare- racconta- ma la parte in cui ho fatto piu’ fatica e’ stata quella fuori dai centri abitati, in mezzo al buio pesto. Mi dicevo ‘ma chi te l’ha fatto fare!”, per fortuna che c’era Andrea a guidarmi con la sua sagoma”.
Infine, l’arrivo. Una fotografia lo ritrae con le braccia alzate contro il cielo blu di una mattina d’estate, il volto madido di sudore, mentre si fa largo tra una folla di atleti, dirigenti sportivi, giornalisti, amici e semplici curiosi che lo applaudono fragorosamente: “Avevo una fitta allo stomaco dall’emozione- spiega- e’ stato affascinante e commovente sentire tutta quella gente che si congratulava con me. Cosa ho detto quando ho tagliato il traguardo? Datemi una birra, ho una sete bestia”.