L'ULTIMO VIAGGIO DI ELUANA?

Tutti i media in questi giorni parlato di Eluana, che il padre vorrebbe portare all’epilogo sostenendo che essa è già morta, ed allo stesso tempo, ci sono forti levate di scudi per salvare questa vita umana.

Non posso negare un po’ di stupore nel costatare che, se fino al trasferimento da Lecco a Udine Eluana era una persona legata con un filo sottilissimo alla vita, di fatto era considerata come una persona morta anche dai media nazionali.Oggi, invece apprendiamo dei risvolti un pochino diversi sulla reale situazione, che rimettono “ la palla al centro” inquinando ancora di più, la nostra coscienza che in un modo o nell’altro vorrebbe prendere una posizione.

Senza stare a spiegare e approfondire troppo le condizioni di Eluana, diciamo soltanto che essa è in uno stato comatoso vegetativo, dove, di fatto, il corpo è vivo nei parametri vitali, ma assolutamente spenta sotto l’aspetto cognitivo almeno questo è quello che ci hanno fatto credere.

In pratica questa ragazza ha orari di sonno e orari in cui è sveglia come tutti noi. Come noi non ha necessità di un respiratore artificiale, perché lei può fare a meno delle “macchine” per tutto tranne che per il nutrimento, che avviene attraverso un sondino.

Questa la grande differenza con il caso di qualche anno fa di Terry Schiavo, che la sua vita era attaccata a delle macchine  che ne determinavano la vita, ed era anche in grado di chiederne lo spegnimento, tanto è vero che morì poco dopo avere “staccato la spina”.

Di fatto anche se crudele Eluana si farà morire di fame  e di sete perché a lei le “ macchine “ servono solo a questo scopo e, di fatto, questa è una soppressione vera e propria e se vogliamo anche crudele.

Non sono certo di questo, ma la deontologia professionale del medico sull’argomento dell’accanimento terapeutico, dice che può sospendere i farmaci (genericamente con tutti i se e ma dei vari casi), ma non possono fare venire a meno l’alimentazione.

Certo le spiegazioni che si possono trovare sono tante, ma la domanda è una sola: cosa fare? Chi ha ragione? È giusto procedere così?

Beh,

Se la mettiamo sull’ideologico puro, la risposta è una sola, uguale e contraria a seconda di quale credo si segua.

Per la chiesa è eutanasia non ci sono dubbi, questa persona viene ammazzata perché non uguale agli altri, contravvenendo al dono di Dio della vita.

Su questo pesano come macigni le parole del Vescovo di San Marino e Montefeltro Mons. Liugi Negri e ancor di più il gesto di suonare le campane a morto per tutto il periodo in cui viene applicato il protocollo.

Per il padre e per molti movimenti laicisti, la risposta è esattamente il contrario, cioè essa è di fatto già morta perché le speranze di un risveglio sono nulle e questa non è vita.

Vista in questo senso non fa una piega, non c’è dubbio! “ON o OFF”.

Se provassimo a ragionare secondo la nostra coscienza cercando di isolarci dal rumore assordante dei media, dei nostri valori, del nostro IO, se ci mettessimo nei panni del padre o della Stessa Eluana, quale risposta daremmo?

NON LO SO.

Perché forse non vi è una risposta sola.

Personalmente se la metto sul piano dei miei valori cristiani, soprattutto dopo essere venuto a conoscenza del come si mette fine a questa vita, la mia risposta è NO.

Ma forse se iniziassi a mettermi nei pani di un padre che da 17 anni fa la spola da casa all’ospedale ad accudire una figlia che da 17 anni non lo riconosce, non lo saluta, non lo abbraccia, la sofferenza che prova, deve essere immane e forse solo una mano superiore a noi non lo ha portato a fare gesti sconsiderati.

Non so se vi è capitato, ma il non essere riconosciuto in particolar modo, da una persona che rappresenta il tuo cordone ombelicale, credetemi è terribile, a me è successo una notte sola e ringrazio Dio che ha posto fine ad una situazione ormai irreversibile.

Se mi mettessi nei panni della ragazza, forse anch’io vorrei farla finita subito per non procurare una sofferenza così prolungata ai miei cari.

Credo che difficilmente nel mondo esista una decisione più difficile di questa, forse solo in guerra esistono decisioni così crudeli.

Forse per trovare una via di uscita che potrebbe essere ancora più pericolosa, mi verrebbe da dire che se questa vita deve svanire, che non svanisca invano, se esiste una medicina sperimentale che possa fare un tentativo di riportarla fra noi nella nostra società, che possa riconoscere almeno suo padre. Un’illusione forse, anzi senza dubbio un utopia, ma nessuno di noi credo abbia una risposta certa e questa è l’unica che mi viene in mente.

ERREMAX

  • Le proposte di Reggini Auto